Un castello di carte che crolla: Tesla Insurance nel mirino dei regolatori Doveva essere una rivoluzione. Un'assicurazione auto più economica, più veloce e più giusta, alimentata dai dati e dalla tecnologia che hanno reso Tesla un gigante del settore. Invece, Tesla Insurance si sta trasformando in un vero e proprio grattacapo legale e reputazionale per l'azienda di Elon Musk. Il Dipartimento delle Assicurazioni della California (CDI) ha appena sferrato un colpo durissimo, accusando formalmente la compagnia di "pratiche di liquidazione dei sinistri deliberatamente sleali". Le accuse, messe nero su bianco in due documenti ufficiali, parlano di "ritardi madornali nel rispondere ai reclami degli assicurati in ogni fase" del processo e di "dinieghi irragionevoli". In parole povere, i clienti che hanno subito un incidente si sono trovati di fronte a un muro di gomma, con attese infinite e rifiuti di pagamento che l'autorità californiana ha giudicato ingiustificati. Una situazione che, secondo il CDI, ha causato "danni finanziari" e un notevole "stress agli assicurati". Storia di un disastro annunciato L'idea, lanciata nel 2019, era tanto semplice quanto ambiziosa: usare i dati di guida raccolti in tempo reale dalle auto per offrire premi personalizzati e più bassi. Un modello che prometteva di scardinare il vecchio mondo delle assicurazioni. Eppure, i problemi sono iniziati quasi subito. Il sito web andava in crash, le quotazioni erano spesso più alte del previsto e il servizio clienti faticava a decollare. Musk, però, continuava a promettere un prodotto "rivoluzionario". La realtà, purtroppo, si è rivelata molto diversa. Come riportato da un'inchiesta di TechCrunch, i primi segnali di allarme sono arrivati già nel 2022, quando il CDI ha notato un "marcato aumento dei reclami dei consumatori" contro Tesla. I regolatori hanno così avviato un dialogo con l'azienda, scoprendo falle strutturali preoccupanti, come la posizione di "Responsabile Sinistri" vacante per mesi. I numeri non mentono Nonostante le promesse di miglioramento e l'assunzione di nuovo personale, la situazione è precipitata. I dati forniti dal CDI sono impietosi. Nel 2022, le denunce dei clienti erano 83. Nel 2024, sono schizzate a 829. Ma è nel 2025 che si è toccato il fondo: solo fino al 22 settembre, i reclami hanno raggiunto quota 1.481, portando all'identificazione di ben 1.969 violazioni del codice assicurativo statale. Dal 2022 ad oggi, il totale delle violazioni accumulate da Tesla ammonta a quasi 3.000. La maggior parte riguarda il mancato rispetto del termine obbligatorio di 15 giorni per rispondere ai clienti. Ma c'è di peggio: in 166 casi, il CDI ha stabilito che Tesla non ha condotto un'"indagine approfondita, equa e obiettiva" su un sinistro. In pratica, ha gestito le pratiche in modo superficiale e potenzialmente ingiusto. Cosa succede ora? Multe salate e cause legali Il CDI ha scritto chiaramente che, nonostante le ripetute notifiche, "il numero di reclami giustificati e di violazioni ha continuato a crescere, dimostrando il fallimento di Tesla nel correggere le proprie pratiche". Ora l'azienda, insieme al suo partner State National Insurance Company, ha 15 giorni per rispondere alle accuse. Le sanzioni potrebbero essere pesantissime: fino a 5.000 dollari per ogni atto "illegale, sleale o ingannevole" e fino a 10.000 dollari per ogni atto commesso "deliberatamente". Questa azione legale potrebbe avere un effetto a catena, rafforzando una class action già avviata a luglio contro Tesla per le stesse identiche ragioni. La vicenda di Tesla Insurance è un monito potente: l'innovazione tecnologica e la raccolta dati non bastano se vengono a mancare le fondamenta del servizio, ovvero l'affidabilità e l'assistenza al cliente nel momento del bisogno. La rivoluzione promessa da Musk, per ora, assomiglia più a un sistematico fallimento.