Tesla Dojo: Fine di un sogno AI o svolta strategica?

La notizia ha scosso il mondo della tecnologia: Tesla ha smantellato il suo progetto supercomputer Dojo. Quello che per anni è stato presentato come il “segreto” per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale per le auto a guida autonoma e i robot umanoidi, sembra ora un capitolo chiuso.

Tesla Dojo: Un Supercomputer nel Vento dell'AI

La notizia ha scosso il mondo della tecnologia: Tesla ha smantellato il suo progetto supercomputer Dojo. Quello che per anni è stato presentato come il “segreto” per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale per le auto a guida autonoma e i robot umanoidi, sembra ora un capitolo chiuso. Ma cosa significa realmente questa mossa per il futuro dell'AI e per Tesla stessa?

Secondo quanto riportato da The Verge AI, la decisione di Elon Musk di chiudere Dojo e la contemporanea fuga di cervelli, tra cui il leader del progetto Peter Bannon e altri 20 ingegneri che si sono uniti a Density AI, sollevano dubbi. Si tratta di un fallimento tecnologico o di una ricalibrazione strategica in un mercato sempre più competitivo?

L'Ambizioso Sogno di Dojo e la Dura Realtà

Per anni, Tesla ha vantato l'approccio verticale al suo sviluppo AI. Mentre altri si affidavano a fornitori esterni per potenza di calcolo e chip, Musk puntava a creare tutto in casa, con Dojo al centro di questa visione. L'idea era che un supercomputer proprietario, capace di elaborare enormi quantità di dati dalla flotta Tesla, avrebbe dato all'azienda un vantaggio incolmabile nella corsa alla guida autonoma e ai robot Optimus. Morgan Stanley, nel 2023, arrivò a stimare un valore di 500 miliardi di dollari per Tesla grazie al potenziale di Dojo, come ricorda Gordon Johnson, fondatore e CEO di GLR Research.

Tuttavia, già dal 2018, la strada di Dojo è stata costellata di ostacoli e addii illustri. Jim Keller, il brillante sviluppatore di chip AI inizialmente a capo del progetto, lasciò l'azienda. Il suo successore, Ganesh Venkataramanan, lo seguì nel 2023, fondando poi Density AI. L'ultimo a dare l'addio è stato Peter Bannon, l'ennesimo talento che ha scelto di proseguire altrove. Questa emorragia di competenze è un segnale preoccupante, mettendo in discussione la capacità di Tesla di trattenere i migliori profili nell'arena dell'AI.

Una Svolta Strategica o un Segno di Debolezza?

Dopo le indiscrezioni di Bloomberg, Elon Musk ha confermato su X il cambio di rotta. Le future chip AI per i veicoli Tesla saranno “eccellenti per l'inferenza e almeno abbastanza buone per l'addestramento”, e “ogni sforzo è concentrato su quello”. Questo lascia intendere un maggiore affidamento su fornitori esterni. E infatti, Tesla ha già stretto accordi significativi: un affare da 16,5 miliardi di dollari con Samsung per i chip AI6 e un'attesa per i chip AI5 da TSMC.

Questa mossa può essere vista in due modi. Da un lato, potrebbe essere un'ammissione che l'approccio in-house di Dojo era troppo oneroso o tecnicamente complesso da sostenere. Dall'altro, potrebbe rappresentare una saggia decisione di razionalizzare le risorse in un momento in cui la competizione nel mercato dei veicoli elettrici si fa sempre più accesa e la perdita di incentivi governativi pesa sui bilanci. Non a caso, il titolo Tesla ha reagito positivamente alla notizia, con un aumento del 2,5% nelle prime negoziazioni.

Il Problema Reale: La Fuga di Talenti

Al di là delle implicazioni tecniche ed economiche, il vero tallone d'Achille per Tesla sembra essere la sua difficoltà nel mantenere i talenti. L'AI è un campo dove le menti brillanti sono la risorsa più preziosa, e la loro partenza in massa, soprattutto verso aziende concorrenti come Density AI o persino la xAI di Musk stesso, è un campanello d'allarme. Se i migliori professionisti continuano a lasciare l'azienda, per Elon Musk la corsa alla dominanza nell'AI potrebbe trasformarsi presto in una corsa in solitaria.

In definitiva, lo smantellamento di Dojo non è solo la fine di un progetto hardware, ma un sintomo di sfide più profonde per Tesla. La capacità di attrarre e trattenere i talenti, la flessibilità strategica e l'adattamento a un panorama tecnologico in continua evoluzione saranno i veri banchi di prova per il gigante di Musk nel prossimo futuro dell'intelligenza artificiale.