Quante volte abbiamo risposto al telefono, convinti fosse la nostra banca o un operatore di fiducia, solo per scoprire che si trattava dell'ennesima truffa o di telemarketing selvaggio? Un fenomeno, quello del CLI spoofing, che ha minato la fiducia nelle chiamate e reso la vita difficile a molti. Ma ora, le cose stanno per cambiare, e in meglio.Dal 19 agosto, l'AGCOM ha iniziato ad implementare una serie di misure volte a bloccare queste chiamate ingannevoli. Non è una soluzione improvvisata, ma il risultato di un lungo percorso, come sottolineato da Eugenio Prosperetti su Agenda Digitale AI. L'obiettivo è chiaro: restituire credibilità al telefono, rendendolo uno strumento affidabile per le comunicazioni.Cosa significa CLI Spoofing e perché è così dannoso?Il CLI (Calling Line Identification) spoofing è, in parole semplici, la falsificazione del numero di telefono che appare sul display del destinatario. Grazie ai moderni sistemi VoIP, i truffatori possono far apparire qualsiasi numero desiderino, ingannando la vittima. Pensiamo alle truffe bancarie, dove il numero che ci chiama è quasi identico a quello della nostra banca, o ai casi di telemarketing illegale che usano numeri inesistenti o non richiamabili per evitare di essere rintracciati. Questo ha creato un clima di sfiducia generale, portando molti a non rispondere più a numeri sconosciuti.E non sono solo i consumatori a soffrirne. Anche il telemarketing legale, quello che segue le regole e opera in trasparenza, è stato duramente colpito. Le associazioni di categoria, infatti, sono state tra le prime a chiedere a gran voce un intervento normativo per ristabilire un ambiente di fiducia. Se l'utente ha paura di rispondere, o non si fida, il lavoro legittimo diventa impossibile.Le fasi del blocco: fisso e mobile sotto la lenteLe nuove regole AGCOM prevedono un'azione su più fronti. La prima fase, in vigore dal 19 agosto, si concentra sui numeri fissi nazionali. Vengono bloccate le chiamate provenienti dall'estero che mostrano un prefisso italiano (+39) o non ne indicano alcuno. Perché proprio i fissi? Semplice: un numero fisso italiano non può "trasferirsi" all'estero, quindi una chiamata con prefisso fisso italiano che arriva da fuori è per definizione sospetta e alterata. Inoltre, il gestore verifica che il numero fisso chiamante esista davvero prima di inoltrare la comunicazione. Questo primo passo ha già un impatto significativo: non riceveremo più chiamate da numeri fissi falsi o inesistenti.E le chiamate spoofing dall'Italia? In teoria, un operatore nazionale potrebbe permettere la falsificazione del CLI, ma sarebbe un rischio enorme. Le normative italiane vietano severamente l'alterazione del CLI e le sanzioni per gli operatori che non rispettano questa regola sono elevatissime, potendo arrivare fino alla revoca della licenza. Se una chiamata nazionale parte dall'Italia con un numero falso, è facilmente tracciabile. Basta una segnalazione all'AGCOM o alla Polizia Postale per risalire al responsabile e avviare procedimenti, anche penali.La seconda fase: i numeri mobili sotto controlloLa vera sfida, e la fase più complessa, è quella che riguarda i numeri mobili, la cui implementazione è prevista per il 19 novembre. Qui la situazione è più articolata, perché un numero mobile italiano che chiama dall'estero potrebbe essere un utente in roaming. Per questo, gli operatori internazionali dovranno effettuare una serie di verifiche incrociate:Verificare l'esistenza del numero mobile tramite il database del MIMIT.Identificare l'operatore proprietario del numero attraverso i database di portabilità.Collegarsi ai sistemi dell'operatore di appartenenza per accertare se la SIM si trova effettivamente all'estero.Se queste verifiche indicano che il numero non esiste o che la SIM italiana non è in roaming, la chiamata verrà bloccata. Lo stesso avverrà se l'operatore mobile non ha attivato l'API di collegamento imposta dall'AGCOM, o se una chiamata con CLI assegnato da un operatore nazionale viene instradata su una rete diversa che non può verificarne l'autenticità. Verranno bloccati anche i numeri presenti nelle black list degli operatori e quelli con prefissi non compatibili con le chiamate vocali, come i numeri dedicati solo ai dati (M2M).Cosa aspettarsi dal futuro?In sintesi, il sistema di blocco sembra promettere un'efficacia notevole, posizionando l'Italia all'avanguardia a livello mondiale in questa battaglia. Certo, ci saranno sempre tentativi di aggirare le regole, ma con questi nuovi strumenti sarà molto più facile individuare chi opera al di fuori della legalità. Anche le associazioni di telemarketing vedono di buon occhio queste misure, poiché un mercato più trasparente e affidabile andrà a beneficio di tutti gli operatori onesti.Non ci resta che attendere il 19 novembre per vedere il sistema pienamente operativo. La speranza è che, finalmente, potremo tornare a fidarci del telefono, rispondendo senza timori e sapendo che dietro al numero che appare c'è davvero chi dice di essere. Un passo fondamentale non solo contro il telemarketing illegale, ma anche per arginare le odiose truffe bancarie e patrimoniali che, purtroppo, hanno fatto troppe vittime.