Sam Altman e il Confine Sottile tra Realtà e AI: Un Dibattito NecessarioLe parole di Sam Altman, CEO di OpenAI, raramente passano inosservate. Ma quando si avventura nel territorio della fotografia e della percezione della realtà, il dibattito si accende. Recentemente, Altman ha sollevato un punto provocatorio: nell'era dell'AI generativa, distinguere il vero dal falso nelle immagini diventerà sempre più difficile, e forse, la nostra stessa definizione di 'reale' si evolverà. Ma è davvero così semplice?Il fulcro della discussione nasce da un'intervista con la giornalista Cleo Abram, in cui Altman ha affrontato il tema dei contenuti generati dall'AI. L'esempio più lampante? I famosi video di coniglietti saltellanti su un trampolino, diventati virali e poi rivelatisi interamente creati dall'intelligenza artificiale. Dolcissimi, sì, ma completamente fittizi. Altman, con la sua solita schiettezza, ha paragonato questa manipolazione digitale a ciò che accade quotidianamente con le fotocamere dei nostri smartphone.La Fotografia su Smartphone: Già una Realtà Manipolata?«Anche una foto che scatti oggi con il tuo iPhone, è in gran parte reale ma un po' no», ha affermato Altman. Questo perché, tra i fotoni che colpiscono il sensore e l'immagine finale che vediamo, si interpone un'enorme quantità di elaborazione. Contrasto, nitidezza, bilanciamento dei colori: ogni fotocamera digitale prende milioni di decisioni. Le fotocamere degli smartphone vanno oltre, combinando dati da più scatti, riconoscendo elementi come cielo e terra, e persino ottimizzando i volti per renderli più gradevoli. Altman sostiene che accettiamo questa manipolazione come 'reale', pur sapendo che c'è di più dietro le quinte.E qui, il giornalista di The Verge, Allison Johnson, autrice dell'articolo originale, ammette un certo fastidio, pur riconoscendo una parte di verità. È vero che la post-produzione esiste da sempre, e le fotocamere moderne operano una complessa elaborazione computazionale. Ma c'è una differenza sostanziale tra ottimizzare una foto scattata da un sensore e crearne una da zero con l'AI generativa. Se esiste uno spettro tra queste due estremità, è un arco decisamente ampio.Il Punto di Rottura: Creazione vs. MiglioramentoLa critica principale ad Altman è che equiparare l'ottimizzazione di una fotocamera smartphone alla creazione ex novo di un'immagine AI è fuorviante. Una fotocamera di un iPhone, per quanto sofisticata, non aggiunge dettagli che non c'erano o modifica drasticamente la scena. Certo, ci sono stati casi isolati di 'faccia da demone' o la controversia delle 'foto lunari' di Samsung, ma si tratta di eccezioni o di elaborazioni che partono da un dato reale. Le modifiche radicali, come quelle che alterano la realtà, sono solitamente frutto di software di editing a posteriori, non della fotocamera stessa.Altman crede che la soglia di ciò che consideriamo 'reale' continuerà a spostarsi, proprio come è successo con l'avvento di Photoshop. Accettiamo una foto di Sarah Jessica Parker sulla copertina di Vogue come 'reale', pur sapendo che è stata elaborata. Ma questo significa che smetteremo di preoccuparci se un video di coniglietti è autentico o generato dall'AI? Altman suggerisce che, come apprezziamo i film di fantascienza pur sapendo che non sono reali, potremmo fare lo stesso con i contenuti AI.Il Valore della Realtà: Un Futuro IncertoEd è qui che la visione di Altman si scontra con una prospettiva più umana. Il godimento di un video virale di coniglietti che saltano su un trampolino deriva proprio dalla loro autenticità. Il divertimento sta nel fatto che quei coniglietti hanno davvero fatto quella cosa buffa. Se scopriamo che è tutto AI, il fascino svanisce. Il rischio è che, se i social media si riempiranno di contenuti 'carini ma non reali', le persone smetteranno di apprezzarli e, forse, di usare quelle piattaforme.La distinzione tra ciò che è vero e ciò che non lo è non è solo una questione tecnica, ma culturale e psicologica. Il nostro cervello è cablato per distinguere il reale dall'immaginario, e la fiducia in ciò che vediamo e ascoltiamo è fondamentale per la nostra interazione con il mondo. Sam Altman ha ragione nel prevedere un futuro in cui le immagini saranno sempre più elaborate, ma sottovaluta l'importanza intrinseca che attribuiamo alla verità. Il dibattito è aperto, e solo il tempo ci dirà quanto il nostro 'threshold of real' si sposterà, e a quale costo per la nostra percezione della realtà.