Rocket Lab: la sfida logistica per il lancio del Neutron
Rocket Lab si trova di fronte a un ostacolo inaspettato ma cruciale per il debutto del suo razzo Neutron: non sono i ritardi nella costruzione o nei test, ma la semplice logistica di portare i suoi giganteschi componenti al sito di lancio.
Rocket Lab si trova di fronte a un ostacolo inaspettato ma cruciale per il debutto del suo razzo Neutron: non sono i ritardi nella costruzione o nei test, ma la semplice logistica di portare i suoi giganteschi componenti al sito di lancio. L'azienda sta correndo contro il tempo per ottenere le autorizzazioni necessarie a trasportare le strutture sovradimensionate del Neutron attraverso acque poco profonde fino allo spazioporto di Wallops Island, in Virginia, prima della scadenza di settembre. Un problema che mette in luce come, nell'era spaziale moderna, anche la logistica più banale possa diventare la vera sfida.
Il Mid-Atlantic Regional Spaceport (MARS) a Wallops Island è stato scelto per la sua minore congestione rispetto ad altri siti, promettendo una maggiore cadenza di lancio e la capacità di recuperare i booster. Tuttavia, la sua posizione è circondata da canali e corsi d'acqua poco profondi, un dettaglio che ora si rivela un collo di bottiglia significativo per un razzo delle dimensioni del Neutron, a differenza del più piccolo Electron, che può essere trasportato via strada.
La sfida del "Sloop Gut" e la soluzione temporanea
Rocket Lab ha investito milioni nel sito MARS per renderlo operativo, inclusi oltre 5 milioni di dollari per dragare il canale di Sloop Gut, lungo circa un miglio, al fine di consentire alle chiatte di consegnare regolarmente i componenti del Neutron. Sebbene il progetto di dragaggio sia stato approvato dalla Virginia Marine Resources Commission (VMRC) a maggio, l'inizio dei lavori è in attesa dell'approvazione federale da parte dell'Army Corps of Engineers. Questa attesa ha costretto l'azienda a cercare soluzioni creative e temporanee.
Per garantire che le prime cinque consegne di hardware arrivino in tempo, a partire da settembre, Rocket Lab e la Virginia Port Authority (VPA) hanno richiesto il permesso di utilizzare un metodo nautico poco conosciuto chiamato "kedging". Questa tecnica prevede l'uso di ancore e cavi per guidare la chiatta attraverso le acque poco profonde. L'autorizzazione è stata richiesta fino a giugno 2026 o fino al completamento dei lavori di dragaggio, a seconda di quale evento si verifichi prima. Questo sottolinea come, per un'azienda che mira allo spazio, la navigazione terrestre possa essere altrettanto complessa di quella orbitale, come riportato da TechCrunch AI.
Alternative e implicazioni per il debutto
L'azienda ha esplorato diverse alternative per il trasporto dell'hardware, dalla strada alle rampe di carico per barche pubbliche, ma tutte sono state ritenute impraticabili a causa di costi, limitazioni infrastrutturali o condizioni meteorologiche. Anche il trasporto via spiaggia, sebbene permesso per un numero limitato di test, non è una soluzione a lungo termine, soprattutto per le restrizioni stagionali che impediscono tale operazione tra il 15 marzo e il 31 agosto. Queste difficoltà evidenziano l'importanza critica dell'accesso marittimo per le ambizioni di Rocket Lab in Virginia.
Prospettive e sviluppi futuri
Il successo del debutto del Neutron, previsto per la seconda metà del 2025, dipenderà in larga misura dalla risoluzione di queste sfide logistiche. Se l'autorizzazione per il "kedging" arrivasse in tempo e le consegne potessero procedere come previsto, Rocket Lab potrà concentrarsi sul resto della sua lunga lista di verifiche pre-lancio, che include l'accoppiamento degli stadi del razzo, la "wet dress rehearsal" e l'ottenimento della licenza di lancio dalla Federal Aviation Administration. La vicenda del Neutron ci ricorda che, anche nell'industria spaziale ad alta tecnologia, il successo dipende spesso dalla capacità di superare ostacoli apparentemente banali, ma fondamentali per la realizzazione di imprese ambiziose.