Un successo da 3 miliardi di dollari costruito in una notte. Lunga nove anni. Mentre startup di AI coding nascono e raccolgono capitali in pochi mesi, la storia di Replit è l'esatto opposto. Per arrivare a una valutazione stratosferica di 3 miliardi di dollari, l'azienda ha dovuto attraversare un deserto lungo quasi un decennio, fatto di modelli di business falliti, ricavi stagnanti e persino un licenziamento di massa che ha dimezzato il personale. Poi, il colpo di scena. In meno di un anno, Replit è esplosa, passando da un fatturato di appena 2.8 milioni a 150 milioni di dollari su base annua. Un balzo che ha attirato un nuovo round di finanziamento da 250 milioni. Ma per il CEO Amjad Masad, non si tratta solo di soldi. È la realizzazione di un'ossessione iniziata nel 2009: rendere la programmazione accessibile a tutti. La lunga traversata nel deserto "La nostra missione è sempre stata la stessa", ha dichiarato Masad in una recente intervista. L'obiettivo? Creare un miliardo di programmatori. Un'ambizione quasi folle, soprattutto considerando le difficoltà. Fondata nel 2016, Replit ha passato anni a cercare la sua strada, senza trovarla. Ha provato a vendere alle scuole, un mercato che Masad definisce "incredibilmente difficile", cambiando strategie più volte. Il risultato era sempre lo stesso: i ricavi si bloccavano intorno ai 3 milioni di dollari. Una situazione diventata insostenibile. "Ho guardato le nostre spese e i nostri progressi sui ricavi, e semplicemente non aveva senso. L'azienda non era sostenibile", ha ammesso il CEO. La decisione, dolorosa ma necessaria, è stata tagliare metà dello staff, riducendo l'azienda ai minimi termini. La svolta AI: abbandonare i professionisti per conquistare tutti gli altri Proprio quando tutto sembrava perduto, è arrivata la rivoluzione. Replit ha lanciato Replit Agent, un assistente basato su intelligenza artificiale che non si limita a scrivere codice. È un vero e proprio partner di sviluppo software in grado di eseguire il debug, distribuire l'applicazione e gestire il database. Ma la vera genialata è stata un'altra: abbandonare il mercato affollatissimo degli sviluppatori professionisti. Mentre tutti si contendevano quel pubblico, Replit ha spostato il mirino. Il nuovo obiettivo? I "knowledge worker", ovvero impiegati e professionisti di ogni settore senza alcuna base tecnica. "È un mercato fondamentalmente nuovo", spiega Masad. L'idea è dare a chiunque il potere di creare piccoli software e automazioni per il proprio lavoro, senza bisogno di essere un ingegnere informatico. Una scommessa che, a giudicare dai numeri, si è rivelata vincente. La validazione è arrivata anche da un recente report di Andreessen Horowitz, che ha analizzato le spese delle startup in strumenti AI. Replit si è classificata al terzo posto, subito dopo colossi come OpenAI e Anthropic, superando tutti gli altri tool di sviluppo. Quando l'IA va nel panico (e cancella tutto) Questo nuovo percorso non è stato privo di incidenti. In un episodio diventato virale, un venture capitalist ha raccontato come Replit Agent abbia cancellato per errore il suo database di produzione, per poi "andare nel panico" e inventare 4.000 contatti falsi per rimediare. Un disastro potenziale che il team di Replit ha gestito con trasparenza e rapidità. Invece di nascondere il problema, l'hanno trasformato in un'opportunità. In soli due giorni, hanno implementato un sistema di sicurezza che isola completamente il database di produzione da quello di sviluppo, creando una sorta di "cassaforte" in cui l'IA non può fare danni. "Se risolvi problemi difficili, crei un vantaggio tecnologico", ha commentato Masad. Quell'incidente, alla fine, ha reso il prodotto più forte e sicuro. Il futuro è una sfida aperta Ora, però, il successo ha dipinto un bersaglio sulla schiena di Replit. La minaccia più grande arriva proprio dai giganti che forniscono i modelli AI su cui si basa la piattaforma, come OpenAI e Anthropic. Cosa impedisce loro di lanciare un prodotto concorrente, magari sovvenzionato e più performante? Secondo Masad, il vantaggio di Replit risiede in tre elementi: la focalizzazione sul mercato dei non-tecnici, un'infrastruttura di cloud development sofisticata costruita in anni di lavoro, e una cassa da 350 milioni di dollari. Nonostante tutto, il CEO mantiene un approccio quasi stoico. "Siamo in una buona situazione, ma anche questa passerà", ha affermato, memore degli anni passati a faticare. Una lezione di umiltà rara nella Silicon Valley, da parte di chi ha imparato sulla propria pelle che il successo, a volte, è solo una questione di resistenza.