Meta si allontana dall'open source: la svolta di Zuckerberg sull'AI

Mark Zuckerberg di Meta ha segnalato un potenziale cambio di rotta: l'azienda potrebbe non rendere più open source tutti i suoi modelli di AI, soprattutto quelli mirati alla 'superintelligenza'. Questo segna un distacco dalla sua storica politica di apertura.

Il mondo dell'intelligenza artificiale è in continua evoluzione, e le strategie dei giganti tech ci danno un'idea chiara di dove stiamo andando. L'ultima novità, che ha fatto parecchio rumore, arriva da Menlo Park: Mark Zuckerberg ha infatti segnalato che Meta potrebbe non rendere più open source tutti i suoi modelli di AI, soprattutto quelli mirati alla 'superintelligenza'. Questo segna un potenziale cambio di rotta significativo per un'azienda che aveva fatto dell'apertura un suo cavallo di battaglia.

Fino a poco tempo fa, Meta si è distinta per la sua politica di apertura, in particolare con la famiglia di modelli Llama. Zuckerberg ha sempre sostenuto che l'open source fosse la via migliore per l'AI, un modo per differenziarsi da colossi come OpenAI e Google DeepMind, che mantengono i loro modelli chiusi. L'idea era chiara: creare modelli AI aperti che fossero all'altezza o addirittura superiori a quelli proprietari. Basti pensare a una sua dichiarazione del 2024, in cui scriveva: 'Ci aspettiamo che i futuri modelli Llama diventino i più avanzati del settore'.

La 'Superintelligenza Personale': una Nuova Visione

Ma le cose cambiano rapidamente. La visione di Zuckerberg ora si concentra sulla 'superintelligenza personale', ovvero la capacità dell'AI di aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi individuali. Un concetto che si discosta dall'idea di 'automatizzare ogni lavoro di valore', come lui stesso ha sottolineato, riferendosi ai suoi concorrenti. Per Meta, questa superintelligenza sarà veicolata principalmente attraverso i propri prodotti hardware, come gli occhiali per la realtà aumentata e i visori per la realtà virtuale. Immaginate dispositivi che capiscono il nostro contesto, vedono quello che vediamo, sentono quello che sentiamo e interagiscono con noi per tutto il giorno. Diventeranno i nostri principali strumenti di calcolo, dice Zuckerberg.

Questa nuova enfasi sulla 'superintelligenza personale' porta con sé una riflessione sulla sicurezza. Zuckerberg ha dichiarato: 'Crediamo che i benefici della superintelligenza dovrebbero essere condivisi con il mondo il più ampiamente possibile. Detto questo, la superintelligenza solleverà nuove preoccupazioni sulla sicurezza. Dovremo essere rigorosi nel mitigare questi rischi e attenti a ciò che scegliamo di rendere open source'. Questa frase, apparentemente innocua, rivela un cambio di paradigma. Sebbene Meta non abbia mai rilasciato tutto ciò che ha sviluppato, e non tutti i suoi modelli Llama rientrino nella definizione più stretta di open source, la direzione è chiara: l'apertura potrebbe non essere più la scelta predefinita per l'AI più avanzata.

Investimenti Massicci e Nuove Strategie

Dietro questo ripensamento ci sono investimenti colossali e una corsa a non restare indietro. Nel giugno 2025, Meta ha accelerato la sua 'corsa all'AGI' (Intelligenza Artificiale Generale) con un investimento di 14,3 miliardi di dollari in Scale AI, acquisendo il suo fondatore e CEO e ristrutturando le proprie attività di AI sotto una nuova unità chiamata Meta Superintelligence Labs. L'azienda ha speso miliardi per acquisire ricercatori e ingegneri dalle migliori aziende di AI e per costruire nuovi data center. Questi sforzi hanno portato Meta a mettere in pausa i test sul suo ultimo modello Llama, Behemoth, per concentrarsi sullo sviluppo di un modello chiuso, come riportato da TechCrunch AI.

La ragione per cui i rivali di Meta mantengono i loro modelli chiusi è semplice: maggiore controllo sulla monetizzazione. Fino ad ora, Meta non dipendeva dalla vendita dell'accesso ai modelli AI, dato che la maggior parte dei suoi ricavi proviene dalla pubblicità online. Ma questa prospettiva è cambiata, soprattutto dopo aver iniziato a sentire la pressione dei concorrenti e aver sviluppato una vera ossessione per superare modelli come GPT-4 di OpenAI, come rivelato da documenti interni. Un portavoce di Meta ha confermato che la posizione sull'open source rimane salda, ma ha anche ammesso che l'azienda si aspetta di addestrare in futuro modelli closed-source. "La nostra posizione sull'AI open source è immutata", ha detto un portavoce. "Continueremo a rilasciare modelli open source di punta. Non abbiamo rilasciato tutto ciò che abbiamo sviluppato storicamente e ci aspettiamo di continuare a addestrare un mix di modelli aperti e chiusi in futuro."

Cosa Significa per il Futuro dell'AI?

Questo annuncio non è solo una notizia per gli addetti ai lavori, ma un segnale importante per l'intero ecosistema dell'intelligenza artificiale. Se anche un'azienda come Meta, paladina dell'open source, inizia a chiudere le porte sui suoi modelli più avanzati, potremmo assistere a una polarizzazione ancora maggiore nel settore. Da un lato, l'innovazione aperta e collaborativa; dall'altro, la ricerca e lo sviluppo proprietari, con modelli sempre più potenti ma meno accessibili. La 'superintelligenza personale' di Zuckerberg si tradurrà in prodotti integrati nell'hardware Meta, un modello di business che ricorda quello di Apple, dove hardware e software sono strettamente interconnessi. Sarà interessante vedere come questa strategia influenzerà la diffusione e l'adozione dell'AI e quali implicazioni avrà per la trasparenza e la sicurezza di queste tecnologie sempre più pervasive. Il dibattito tra apertura e controllo è più vivo che mai, e Meta sta chiaramente scegliendo una strada che, seppur non abbandonando del tutto l'open source, punta a un maggiore controllo sui suoi gioielli tecnologici più preziosi.