Legal Tech e AI: Oltre l'Hype, Sfide e Opportunità 2025

Il settore Legal Tech sta vivendo un'espansione senza precedenti, alimentata in larga parte dall'entusiasmo per l'intelligenza artificiale. I dati globali per il 2024-2025 parlano chiaro: mentre il mercato legale tradizionale cresce a un ritmo costante (circa 4,5-4,6% CAGR), il Legal Tech sfrecci...

L'onda dell'AI travolge il Legal Tech: un mercato in fermento

Il settore Legal Tech sta vivendo un'espansione senza precedenti, alimentata in larga parte dall'entusiasmo per l'intelligenza artificiale. I dati globali per il 2024-2025 parlano chiaro: mentre il mercato legale tradizionale cresce a un ritmo costante (circa 4,5-4,6% CAGR), il Legal Tech sfreccia con un impressionante 12,8% di crescita annua. Si tratta di un balzo significativo, che testimonia la fame di innovazione nel mondo legale. Eppure, nonostante questi numeri, la tecnologia rappresenta ancora una fetta minima, appena il 2,54%, del mercato legale totale. Questo ci dice una cosa fondamentale: il potenziale inespresso è enorme e le opportunità per chi sa coglierle sono ancora tantissime. L'Italia, in particolare, sta emergendo come un hub di innovazione, ospitando eventi di respiro internazionale come il Future Lawyer Europe e il Legal Tech Island, segnali concreti di una maturazione del settore anche nel nostro Paese.

L'inganno del ROI e il divario geografico: dove si annidano le criticità

Non è tutto oro quel che luccica. Dietro la crescita esponenziale del Legal Tech si nascondono alcune criticità che non possiamo ignorare. La più lampante è la misurazione del ritorno sull'investimento (ROI). Un dato preoccupante emerso dal Thomson Reuters Generative AI in Professional Services Report 2025 rivela che solo il 20% delle organizzazioni misura effettivamente il ROI dei propri investimenti in AI. Addirittura, il 59% non effettua alcuna misurazione. Questo è un campanello d'allarme: investire senza capire l'impatto reale è come navigare a vista, rischiando di sprecare risorse preziose e minare la fiducia dei decisori.

Un altro nodo cruciale è la disparità geografica degli investimenti. Circa il 70% dei finanziamenti Legal Tech si concentra negli Stati Uniti, e l'80% complessivo nei mercati anglo-centrici (USA, Canada, Regno Unito). Questo squilibrio crea sfide, ma anche opportunità uniche per mercati come il nostro. In Italia, abbiamo la possibilità di sviluppare soluzioni su misura, che tengano conto delle specificità normative e culturali, anziché replicare modelli pensati altrove. La vera sfida, però, resta l'accesso ai dati – dalle sentenze alla normativa – che a tutt'oggi non è pienamente agevole e che frena l'innovazione.

Il punto di vista dei General Counsel: tra entusiasmo e ostacoli concreti

Ho avuto modo di confrontarmi con numerosi General Counsel e la loro prospettiva è illuminante. C'è un crescente desiderio di internalizzare strumenti per automatizzare le attività ripetitive. Ma c'è anche una forte richiesta di consulenti esterni che non si limitino a usare questi tool, ma siano in grado di guidare l'intero processo di implementazione strategica, dalla scelta alla piena operatività. Il EY Law General Counsel Study 2025 conferma questo trend: il 65% dei dipartimenti legali considera l'AI generativa una priorità per abilitare il business, e il 47% vuole perfezionare la propria strategia tecnologica. Tuttavia, il 62% è ancora in fase di ideazione o sperimentazione, evidenziando un gap tra l'intenzione e l'applicazione pratica.

Gli ostacoli? Principalmente due: limitazioni di budget (52%) e disorganizzazione nella gestione dei dati (43%). Questo ci fa capire che il problema non è solo tecnologico, ma anche organizzativo e culturale. L'AI è percepita come centrale per il futuro: il 95% dei professionisti legali crede che lo sarà entro cinque anni, contro un misero 13% che la considera tale oggi. Questo divario indica che c'è ancora molta strada da fare per integrare l'intelligenza artificiale nei flussi di lavoro quotidiani in modo efficace e misurabile.

Metodologie 'process-first': la chiave per un'AI che crea valore

Il vero successo nell'adozione dell'AI nel Legal Tech non sta nella ricerca dello strumento più sofisticato, ma nella capacità di identificare i veri 'pain point' dei processi. È un approccio 'process-first': prima si analizzano le inefficienze, poi si cerca la tecnologia che può risolverle. Molti team legali fanno l'errore opposto, scegliendo soluzioni all'avanguardia senza aver prima mappato chiaramente le proprie sfide operative. La complessità nella scelta dei vendor, con quasi 9.500 aziende Legal Tech globali, aggrava questa 'paralisi decisionale'.

Per superare queste sfide, è fondamentale adottare una strategia in quattro pilastri: Discovery dei pain point (documentare i flussi di lavoro per individuare attività dispendiose o soggette a errori); Analisi dei colli di bottiglia (quantificare l'impatto di ogni criticità su produttività e qualità); Allineamento tecnologico (abbinare le capacità dell'AI alle sfide mappate); e infine, Prioritizzazione dell'implementazione (classificare le opportunità in base all'impatto e alla complessità). Solo così l'innovazione, soprattutto nel campo legale, potrà essere non solo creativa e audace, ma anche rigorosa e prevedibile, trasformando l'entusiasmo per l'AI in valore reale e duraturo. Il futuro del Legal Tech si misurerà nella nostra capacità di implementare l'AI in modo intelligente, misurabile e sostenibile, andando oltre l'hype per costruire un ecosistema legale più efficiente e innovativo.