Le tue foto all'IA: pericoli invisibili e sconosciuti

Nell'era digitale, la comodità ha un prezzo, spesso celato tra le righe di termini e condizioni che nessuno legge. Molti di noi, senza pensarci due volte, cedono i propri dati più personali, incluse le foto, a piattaforme e servizi digitali. Ma cosa succede davvero a quelle immagini una volta che...

Le tue foto all'IA: un prezzo invisibile per la comodità

Nell'era digitale, la comodità ha un prezzo, spesso celato tra le righe di termini e condizioni che nessuno legge. Molti di noi, senza pensarci due volte, cedono i propri dati più personali, incluse le foto, a piattaforme e servizi digitali. Ma cosa succede davvero a quelle immagini una volta che finiscono nelle mani dell'intelligenza artificiale? I pericoli sono reali e, per lo più, invisibili.

«Molte volte non ci rendiamo conto della cessione di diritti che concediamo quando utilizziamo un determinato servizio digitale. Vediamo solo ciò che ci offre, ma non a cosa ci stiamo impegnando», avverte Silvia Martínez, docente della Universitat Oberta de Catalunya (UOC) e ricercatrice del gruppo GAME. Una verità scomoda, dato che le nostre foto non sono solo ricordi, ma anche dati preziosi che alimentano un'industria in continua espansione.

Come le AI imparano dai nostri volti

Pensate a come un bambino impara a riconoscere un volto: gli si mostrano diverse foto della stessa persona, da angolazioni e con espressioni differenti. Piano piano, il bambino impara a identificarla. Le intelligenze artificiali apprendono in modo simile. Per addestrarle con immagini personali, vengono fornite collezioni di foto o video della stessa persona. Più immagini ci sono, meglio l'IA impara i tratti distintivi: la forma degli occhi, la curva del sorriso, il tono della pelle, le rughe d'espressione. È un processo affascinante, ma che solleva interrogativi profondi sulla privacy.

Come spiega Antonio Pita, docente degli Studi di Informatica, Multimedia e Telecomunicazione della UOC, «Immagina che insegni a un bambino a riconoscere una faccia: gli mostri diverse foto della stessa persona, da angoli diversi, con espressioni diverse. Poco a poco, inizia a identificarla. Ebbene, le intelligenze artificiali imparano in modo simile». Ed è proprio questo apprendimento che, se non controllato, può portare a conseguenze indesiderate.

Meta e OpenAI: giganti che usano le tue immagini

Non è un segreto che i colossi tecnologici utilizzino i nostri dati per migliorare i loro servizi. Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha iniziato a usare i contenuti pubblici degli utenti dell'UE per addestrare la sua intelligenza artificiale già dal 27 maggio 2025. Ciò include foto, video, testi di descrizioni e commenti, e menzioni ad altri utenti. I messaggi privati, per ora, restano esclusi da questo addestramento. Ma è un confine sottile, e il timore è che possa spostarsi.

Anche OpenAI, la mente dietro ChatGPT, non è da meno. La loro politica sulla privacy stabilisce chiaramente che i dati personali condivisi dagli utenti possono essere utilizzati per scopi commerciali o per sviluppare nuove funzionalità. Il rischio? Una breccia nella sicurezza potrebbe esporre le nostre foto personali e i relativi metadati, mettendo a repentaglio la nostra privacy. Non c'è garanzia che le immagini vengano eliminate definitivamente una volta elaborate. Quando carichiamo una foto per trasformarla in arte con l'IA, stiamo di fatto consegnando informazioni sensibili a piattaforme con protocolli di privacy spesso poco chiari. La foto potrebbe essere archiviata, analizzata o persino condivisa senza il nostro consenso.

Il caso Adobe: un'etica discutibile

Un esempio lampante di come l'etica possa essere messa in discussione è il caso di Adobe. L'azienda aveva dichiarato che i suoi modelli di IA erano stati addestrati solo con immagini di Adobe Stock, contenuti con licenza aperta e di dominio pubblico, per evitare problemi di copyright. Eppure, è emerso che Adobe aveva utilizzato immagini di concorrenti come Midjourney per alimentare il suo modello, teoricamente più etico. Questa rivelazione ha generato disaccordi interni e sollevato dubbi sulla trasparenza delle pratiche di addestramento dell'IA.

I rischi legali e le minacce dei deepfake

Oltre alla privacy, ci sono implicazioni legali significative. L'uso non autorizzato della nostra immagine, specialmente in video o foto, è considerato una violazione della privacy e un'intromissione illegittima all'onore. Ma il pericolo più insidioso è la creazione di deepfake. Le tecnologie di deepfake sono diventate incredibilmente sofisticate, e fornire le nostre immagini alle piattaforme di IA può facilitare la creazione di contenuti che simulano la nostra identità. Video falsi per scopi malevoli, immagini compromettenti, furto d'identità e campagne di disinformazione sono solo alcune delle minacce. Una volta online, un'immagine è quasi impossibile da eliminare completamente. La tecnologia di riconoscimento facciale, alimentata dall'IA, rende ancora più facile l'identificazione e il tracciamento degli individui nelle foto online.

Un dato allarmante da uno studio Kaspersky del 2019 rivela che oltre il 64% dei latinoamericani ammetteva di non leggere le politiche sulla privacy delle app né di riflettere sull'uso dei propri dati personali. Questa mancanza di trasparenza da parte delle aziende e l'ignoranza degli utenti creano un terreno fertile per abusi.

Come proteggersi: misure pratiche e consapevolezza

La protezione dei nostri dati è innanzitutto una nostra responsabilità. Per evitare che Meta utilizzi i tuoi dati in Europa, puoi opporti seguendo questi passi: vai sul tuo profilo Instagram, clicca sulle tre linee del menu, seleziona 'Informazioni' > 'Politica sulla privacy', cerca 'diritto di opporti' e compila il modulo. Puoi scrivere: «Non do il mio consenso a che Meta utilizzi immagini, video, audio o qualsiasi contenuto multimediale da me caricato su qualsiasi piattaforma del gruppo Meta». È un piccolo passo, ma significativo.

In generale, è fondamentale limitare la condivisione di informazioni sensibili, preferire immagini generiche rispetto a ritratti personali e, soprattutto, leggere sempre le politiche sulla privacy prima di usare qualsiasi strumento di IA. Rimuovere i metadati dalle fotografie prima di caricarle e configurare le opzioni di privacy, quando disponibili, sono altre precauzioni importanti. E ricordiamoci: se un servizio è gratuito, spesso il prodotto sei tu, e i tuoi dati potrebbero essere usati per scopi pubblicitari. Evitiamo di caricare foto di minori o immagini particolarmente sensibili.

Il quadro legale e il prezzo della comodità

Attualmente, in Spagna non esiste una legge che obblighi a identificare i contenuti creati con l'IA. Tuttavia, l'Unione Europea sta lavorando a una proposta di regolamento, l'AI Act, che cercherà di stabilire obblighi per le aziende riguardo al riconoscimento dei contenuti generati con questa tecnologia. È un passo nella giusta direzione, ma la tecnologia avanza a una velocità tale che la legislazione fatica a tenere il passo.

Il problema di fondo è che stiamo cedendo qualcosa di inestimabile – le nostre immagini, la nostra identità visiva, i nostri volti – in cambio di servizi apparentemente gratuiti, ma che in realtà si finanziano con i nostri dati. L'intelligenza artificiale è in una fase di maturità senza precedenti, ma con ogni progresso, emergono nuovi rischi per la sicurezza, la privacy, l'economia e la democrazia. La domanda che dobbiamo porci è: comprendiamo veramente il prezzo che stiamo pagando per questi servizi? E siamo disposti a continuare a pagarlo?

Conclusioni: l'importanza della consapevolezza digitale

I pericoli di cedere le nostre foto all'intelligenza artificiale vanno ben oltre la nostra immaginazione. Dalla creazione di deepfake all'uso commerciale non autorizzato della nostra immagine, passando per la costruzione di profili dettagliati di riconoscimento facciale, i rischi sono molteplici e in gran parte invisibili per l'utente comune. La tecnologia corre più veloce della legislazione, e mentre i quadri legali si adattano, è responsabilità di ogni utente informarsi e prendere decisioni consapevoli su cosa condividere online. Il prezzo dell'ignoranza digitale può essere molto alto, e una volta che le nostre immagini sono nelle mani degli algoritmi di IA, recuperare il controllo su di esse può essere praticamente impossibile. L'educazione digitale e la consapevolezza di questi rischi sono i nostri migliori strumenti di difesa in un mondo dove l'intelligenza artificiale si nutre sempre più della nostra identità visiva.