L'IA al comando: il satellite NASA decide da solo nello spazio

Per la prima volta, un satellite ha usato un'intelligenza artificiale a bordo per decidere autonomamente dove e quando scattare un'immagine scientifica nello spazio.

Immaginate un satellite che, a 500 chilometri sopra le nostre teste, non si limita a raccogliere dati passivamente, ma prende decisioni in tempo reale, come un vero e proprio cervello artificiale. Non è fantascienza, ma la realtà di un esperimento rivoluzionario condotto dalla NASA, che ha visto un satellite utilizzare l'intelligenza artificiale per decidere autonomamente dove e quando scattare un'immagine scientifica, il tutto in meno di 90 secondi e senza alcun intervento umano. È un passo da gigante verso un futuro in cui le missioni spaziali saranno più autonome, efficienti e reattive.

Questa incredibile capacità, battezzata 'Dynamic Targeting', è stata messa alla prova dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. Il protagonista di questa innovazione è un satellite dalle dimensioni di una comune valigetta, frutto della collaborazione tra la startup britannica Open Cosmos e l'azienda irlandese Ubotica. Quest'ultima ha sviluppato il cuore pulsante del sistema: un processore di machine learning in grado di analizzare in tempo reale le immagini catturate dal satellite. Un vero e proprio occhio intelligente che scruta il cosmo con una nuova consapevolezza.

Come funziona il 'cervello' spaziale?

Durante il test, il satellite ha scansionato l'orbita 500 chilometri più avanti, catturando un'immagine di anteprima. L'IA di Ubotica è entrata subito in azione, analizzando la scena per identificare le aree di maggiore interesse scientifico. Pensate a zone con una copertura nuvolosa minima, perfette per una fotografia chiara e utile. Se le condizioni erano ottimali, il satellite si è riposizionato per scattare un'immagine ad alta risoluzione. In caso contrario, se le nuvole ostacolavano la vista, l'IA ha deciso di saltare lo scatto, risparmiando tempo, spazio di archiviazione e larghezza di banda. Un processo decisionale fulmineo, che ottimizza la raccolta di dati come mai prima d'ora.

Ben Smith del JPL ha sottolineato l'importanza di questa capacità: Se si riesce a essere intelligenti su ciò che si fotografa, allora si riprende solo il terreno e si saltano le nuvole. Questa tecnologia aiuterà gli scienziati a ottenere una proporzione molto più alta di dati utilizzabili. Un'affermazione che racchiude il potenziale trasformativo di questa innovazione.

Un cambio di paradigma per l'esplorazione spaziale

Tradizionalmente, la raccolta di dati scientifici dallo spazio è un processo laborioso. Gli scienziati devono prevedere le condizioni, inviare comandi al satellite e attendere che i dati vengano trasmessi a terra, un'operazione che può richiedere ore o addirittura giorni. Questo approccio passivo, come ha spiegato Brian Quinn, Chief Strategy Officer di Ubotica, significava che i satelliti si limitavano a raccogliere qualunque cosa si trovasse sotto di loro, utile o meno. Ci vuole un post-elaborazione, che potrebbe avvenire giorni dopo, per dire: 'Ehi, c'è stato un incendio. Ehi, c'è stata una fioritura algale dannosa', ha dichiarato Quinn in un articolo pubblicato sul sito della NASA.

Con l'IA a bordo, tutto cambia. I satelliti possono reagire istantaneamente a eventi imprevisti e dinamici. Immaginate la velocità con cui si potrebbero monitorare eruzioni vulcaniche, inondazioni o incendi: dati cruciali verrebbero raccolti e trasmessi in tempo reale, permettendo risposte più rapide ed efficaci. La NASA è entusiasta delle potenzialità, che potrebbero rendere le future missioni non solo più efficienti, ma anche capaci di catturare fenomeni scientifici effimeri che altrimenti andrebbero persi.

Il futuro è già qui

Questo test non è un caso isolato, ma si inserisce in una serie di collaborazioni fruttuose. Già nel 2021, Ubotica aveva dimostrato la rilevazione di nuvole tramite IA in tempo reale a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nell'ambito di una più ampia collaborazione di ricerca con il JPL. Più di recente, nel 2024, Open Cosmos ha lanciato HAMMER, un satellite dotato di IA, una telecamera iperspettrale e, naturalmente, il processore di machine learning di Ubotica. Questi progressi cumulativi dimostrano una traiettoria chiara verso un'esplorazione spaziale sempre più intelligente e autonoma.

L'intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando ogni settore, e lo spazio non fa eccezione. La capacità dei satelliti di prendere decisioni autonome non solo ottimizzerà la raccolta di dati, ma aprirà anche nuove frontiere per la ricerca scientifica e per la nostra comprensione del pianeta e dell'universo. Siamo solo all'inizio di un'era in cui le macchine non saranno solo strumenti, ma veri e propri partner nelle nostre avventure più audaci. Il futuro dell'esplorazione spaziale è più autonomo, più reattivo e, senza dubbio, più intelligente di quanto avremmo mai potuto immaginare.