L'AI taglia la burocrazia: DOGE punta a dimezzare le norme federali
Il Dipartimento per l'Efficienza del Governo (DOGE) negli Stati Uniti sta puntando sull'intelligenza artificiale per rivoluzionare la burocrazia federale. L'obiettivo è ambizioso: eliminare la metà delle 200.000 normative esistenti grazie a un nuovo strumento AI.
L'AI al servizio della semplificazione: una rivoluzione burocratica?
Immaginate un futuro dove la burocrazia è un ricordo lontano, quasi un'eco di un passato inefficiente. E se vi dicessi che l'intelligenza artificiale potrebbe essere la chiave per sbloccare questo futuro? È proprio su questa promessa che si sta muovendo il Dipartimento per l'Efficienza del Governo (DOGE) negli Stati Uniti, con un obiettivo ambizioso: eliminare la metà delle normative federali esistenti grazie a un nuovo strumento basato sull'AI. Una mossa che potrebbe riscrivere le regole del gioco governativo, ma che solleva anche non poche domande.
Secondo quanto riportato da TechCrunch AI, che cita a sua volta il Washington Post, il DOGE ha sviluppato un tool chiamato “AI Deregulation Decision Tool”. Questo strumento avveniristico è progettato per analizzare circa 200.000 regolamenti federali, identificando quelli che non sono più necessari o validi. L'obiettivo dichiarato? Sbarazzarsi della metà di queste norme entro il primo anniversario del ritorno in carica del Presidente Donald Trump. Un piano audace, che se realizzato, segnerebbe una svolta epocale nella gestione della macchina statale americana.
Dall'analisi alla deregolamentazione: come funziona lo strumento del DOGE
Una presentazione in PowerPoint del 1° luglio, citata dal Washington Post, ha svelato i dettagli di questa iniziativa. Il DOGE AI Deregulation Decision Tool non è solo un'idea sulla carta; sembra che sia già operativo. La presentazione afferma che lo strumento è stato impiegato per rivedere le normative presso il Dipartimento per l'Edilizia Abitativa e lo Sviluppo Urbano (HUD) e, udite udite, per scrivere il 100% delle deregolamentazioni del Consumer Financial Protection Bureau. Questo suggerisce che l'AI non si limita a suggerire, ma partecipa attivamente alla stesura delle nuove direttive, un passo che apre scenari interessanti e, forse, un po' inquietanti.
Ma cosa significa esattamente “eliminare” una regolamentazione? Il processo prevede l'identificazione di norme obsolete, ridondanti o che ostacolano inutilmente lo sviluppo economico e sociale. L'AI, con la sua capacità di elaborare immense quantità di dati in tempi rapidissimi, dovrebbe essere in grado di scovare queste inefficienze con una precisione e una velocità impensabili per l'analisi umana. È un po' come avere un super-avvocato che conosce a menadito ogni singola legge e sa esattamente dove tagliare il superfluo.
Tra promesse e perplessità: il futuro dell'AI nella pubblica amministrazione
Nonostante l'entusiasmo del DOGE, la Casa Bianca mantiene un tono più cauto. Un portavoce ha dichiarato al Washington Post che "nessun piano singolo è stato approvato o dato il via libera", pur lodando il team del DOGE come "i migliori e più brillanti nel settore". Questa cautela è comprensibile, data l'enorme portata e le potenziali implicazioni di un'iniziativa del genere. La deregolamentazione, se mal gestita, potrebbe avere effetti indesiderati, minando protezioni essenziali o creando nuove lacune normative.
Non è la prima volta che il DOGE si affida all'intelligenza artificiale per migliorare l'efficienza governativa. Il dipartimento, guidato nei primi mesi dell'amministrazione Trump da Elon Musk, ha già sviluppato altri strumenti AI. Tuttavia, non tutti hanno avuto successo. Ad esempio, uno strumento AI sviluppato per il Dipartimento degli Affari dei Veterani (Veterans Affairs) è stato segnalato da ProPublica come "soggetto a errori", arrivando persino a "allucinare" le dimensioni dei contratti. Questo precedente solleva un campanello d'allarme: quanto possiamo fidarci di un'AI quando si tratta di decisioni così importanti e complesse come la modifica delle leggi federali?
La sfida è chiara: bilanciare l'efficienza offerta dall'intelligenza artificiale con la necessità di accuratezza, trasparenza e responsabilità. L'idea di un'AI che taglia la burocrazia è affascinante e promettente, ma richiede un'attenta supervisione e meccanismi di controllo robusti per evitare errori che potrebbero avere ripercussioni significative sulla vita dei cittadini. Se il DOGE riuscirà a dimostrare l'affidabilità e la precisione del suo nuovo strumento, potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i governi operano. Altrimenti, rischiamo di trovarci di fronte a un'ennesima promessa tecnologica che non mantiene le aspettative, lasciando dietro di sé più confusione che chiarezza.