L'AI riaccende le 'città atomiche': il caso Paducah

L'Intelligenza Artificiale, pur vivendo nel 'cloud', ha una fame insaziabile di energia, una fame che sta crescendo a dismisura e che sta riscrivendo il destino di intere comunità.

L'Intelligenza Artificiale, pur vivendo nel "cloud", ha una fame insaziabile di energia, una fame che sta crescendo a dismisura e che sta riscrivendo il destino di intere comunità. Non parliamo solo di algoritmi e software, ma di infrastrutture fisiche, centrali elettriche e, in alcuni casi, del ritorno a un passato che credevamo archiviato. Un esempio lampante di questa trasformazione è Paducah, in Kentucky.

Oggi, Paducah è conosciuta come la "Città delle Trapunte" per il suo rinomato museo nazionale. Ma decenni fa, questa cittadina di circa 27.000 abitanti aveva un altro soprannome: la "Città Atomica". Questo appellativo derivava dalla presenza di un imponente impianto di arricchimento dell'uranio, gestito dal Dipartimento dell'Energia (DOE), che ha chiuso i battenti nel 2013. Un capitolo della storia energetica americana che sembrava concluso. Ma l'AI, con la sua inarrestabile richiesta di elettricità, potrebbe presto riaprirlo.

Il ritorno del nucleare per l'AI: il caso Paducah

Secondo un approfondito reportage di The Verge, la crescente domanda energetica dei nuovi data center sta spingendo il DOE a considerare seriamente la riattivazione dell'impianto di Paducah. Una mossa che suona quasi come un'ironia del destino: la tecnologia più avveniristica che ci sia, l'intelligenza artificiale, potrebbe resuscitare un'infrastruttura simbolo di un'era passata. Questa storia ci mostra in modo tangibile come la rivoluzione digitale dell'AI stia avendo un impatto diretto e profondo sul mondo reale, ben oltre i circuiti dei computer.

Ma perché proprio il nucleare? La risposta è semplice: l'AI richiede un'alimentazione costante e massiccia. I data center, veri e propri "cervelli" della rete, consumano quantità di energia paragonabili a quelle di intere città. E al momento, l'energia nucleare, pur con le sue complessità e i suoi dibattiti, offre una soluzione ad alta densità e a basse emissioni di carbonio per soddisfare questa domanda insaziabile. Grandi nomi della tecnologia, come Microsoft e Meta, hanno già siglato accordi per riattivare vecchi reattori, mentre Amazon e Google stanno investendo in reattori avanzati, più piccoli e facili da costruire. Questo ha innescato una vera e propria corsa all'uranio arricchito, che ora rappresenta un collo di bottiglia significativo nella catena di approvvigionamento nucleare.

Una spinta bipartisan e le sue incognite

La spinta a ripristinare la catena di approvvigionamento nucleare negli Stati Uniti è bipartisan. Sia l'amministrazione Biden, con l'obiettivo di raggiungere gli obiettivi climatici riducendo le emissioni, sia l'amministrazione Trump, focalizzata sul dominio americano nel mercato dell'AI, vedono nel nucleare un ruolo chiave. Il piano di Trump per l'AI, ad esempio, prevede di accelerare lo sviluppo di data center ad alto consumo energetico, affiancandoli a centrali elettriche, principalmente a combustibili fossili e nucleari, e limitando al contempo le revisioni ambientali. Questo approccio, però, solleva non poche preoccupazioni.

Edwin Lyman, direttore della sicurezza nucleare presso la Union of Concerned Scientists, ha espresso forti riserve: "Non ho alcuna fiducia in ciò che l'amministrazione sta facendo per proteggere la salute e la sicurezza pubblica. Sembra che la loro mentalità sia costruzione e produzione a tutti i costi". Le problematiche legate al nucleare, come l'estrazione dell'uranio e lo smaltimento delle scorie radioattive, rimangono irrisolte e potrebbero avere conseguenze significative per le comunità interessate. Non a caso, lo stesso sito di Paducah è un "Superfund site", ovvero un'area così contaminata da richiedere un intervento prioritario dell'EPA per la bonifica. Questo evidenzia le sfide e gli ostacoli che attendono chiunque voglia riportare il nucleare nelle piccole città americane.

Oltre Paducah: l'impatto globale della fame energetica dell'AI

Il fenomeno di Paducah non è un caso isolato. La questione dei costi energetici è al centro del dibattito sulla sostenibilità finanziaria della cosiddetta "bolla degli LLM", i grandi modelli linguistici che alimentano gran parte dell'AI generativa. Colossi come Google stanno già adottando strategie per rendere i loro data center più flessibili, riducendo il consumo energetico durante i picchi di richiesta sulla rete elettrica, come riportato da AI News Italia. Questo dimostra una consapevolezza della problematica, ma la soluzione definitiva alla fame energetica dell'AI è ancora lontana.

La corsa all'AI sta ridisegnando non solo il panorama tecnologico, ma anche quello geopolitico ed energetico. La necessità di energia pulita e abbondante per alimentare questa nuova era digitale pone interrogativi fondamentali sul nostro futuro. Siamo disposti a riesumare tecnologie controverse come il nucleare per sostenere questa crescita? E quali altre comunità, oltre a Paducah, vedranno il loro destino riscritto da questa rivoluzione tecnologica? La "Città delle Trapunte" che potrebbe tornare "Città Atomica" è un monito potente: l'AI non è solo un'astrazione digitale, è una forza che plasma il nostro mondo fisico, con conseguenze che dobbiamo comprendere e gestire attentamente.