L'AI che combatte il burnout dei medici: Heidi Health raccoglie 65 milioni Mentre i medici di tutto il mondo annegano in un mare di burocrazia, una startup sta raccogliendo decine di milioni di dollari per lanciare loro un salvagente tecnologico. Heidi Health, una piattaforma basata sull'intelligenza artificiale, ha appena chiuso un round di finanziamento di Serie B da 65 milioni di dollari, guidato dal fondo Point72 di Steve Cohen. La notizia, riportata da TechCrunch, accende i riflettori su uno dei problemi più sentiti nel settore sanitario: il tempo che i professionisti dedicano alle scartoffie invece che ai pazienti. L'idea nasce direttamente dalla trincea. Il co-fondatore, il dottor Tom Kelly, è un chirurgo traumatologo che ha vissuto sulla propria pelle la frustrazione del lavoro amministrativo. Vedere colleghi e se stesso sommersi da moduli e report lo ha spinto a cercare una soluzione. "Volevamo costruire un partner di cura AI che affiancasse i medici e si occupasse dell'amministrazione", ha spiegato Kelly. L'obiettivo è semplice ma ambizioso: ridare ai medici il potere di fare ciò per cui hanno dedicato la vita, ovvero curare le persone. Cosa fa esattamente Heidi Health? Immagina un assistente instancabile che siede accanto al medico durante ogni visita. Questo è, in sostanza, il ruolo di Heidi. La piattaforma agisce come uno "scriba medico" potenziato dall'AI. Trascrive le conversazioni con i pazienti, genera automaticamente riassunti clinici personalizzati e tiene traccia delle attività da svolgere, eliminando la necessità di post-it e appunti sparsi. In appena 18 mesi dal lancio, l'azienda afferma di aver restituito oltre "18 milioni di ore" ai fornitori di assistenza sanitaria, analizzando più di 70 milioni di visite in 116 paesi. La sua forza tecnologica risiede in un approccio "agnostico" rispetto ai modelli AI. Heidi non si affida a un'unica soluzione, ma combina modelli proprietari con altri di terze parti, come Gemini di Google. Questo permette alla piattaforma di ottimizzare costantemente precisione, velocità e costi, adattandosi al compito specifico. Un approccio flessibile che si sta rivelando vincente. Più di un semplice scriba: la visione per il futuro Con i nuovi fondi, che portano il totale raccolto a quasi 97 milioni di dollari, Heidi non si ferma qui. La società ha annunciato un nuovo strumento che suona quasi fantascientifico: un agente AI in grado di chiamare i pazienti per conto del medico. Questo potrebbe essere utilizzato per follow-up, promemoria o per raccogliere informazioni preliminari, liberando ulteriore tempo prezioso. È questa visione a lungo termine che ha convinto investitori come Point72. Non si tratta solo di vendere un software agli ospedali. Heidi ha puntato su un modello di crescita dal basso, con una versione gratuita che permette ai singoli medici di testare il prodotto. "Avevano visto tutti gli scriba sul mercato", ha commentato Kelly a proposito degli investitori, "ma non avevano mai visto metriche di adozione e utilizzo come quelle di Heidi". Questa ossessione per l'esperienza dell'utente finale li ha distinti dalla concorrenza, spesso focalizzata solo su contratti aziendali top-down. Raddoppiare la capacità sanitaria globale Mentre competitor come DeepScribe e Abridge si fanno strada nello stesso settore, la missione di Heidi va oltre l'efficienza degli ospedali nei paesi sviluppati. Il dottor Kelly sogna un mondo in cui qualsiasi operatore sanitario, ovunque si trovi, possa usare Heidi per aumentare la propria capacità clinica. "Immagina un medico in una zona di guerra, in un campo profughi o in una comunità deservita", continua. L'AI potrebbe diventare un moltiplicatore di forze, permettendo di raggiungere più pazienti e migliorare la qualità delle cure in contesti critici. L'intelligenza artificiale sta senza dubbio trasformando la sanità, ma il suo vero potenziale, secondo i fondatori di Heidi, non è sostituire l'uomo, ma potenziarlo. La tecnologia si occupa della "fatica" e della ripetitività, lasciando al medico il compito fondamentale di costruire un rapporto di fiducia con il paziente. "Si tratta di raddoppiare la capacità sanitaria del mondo. Questa è la vera promessa dell'AI", conclude Kelly. Una promessa ambiziosa, ma che oggi ha 65 milioni di ragioni in più per diventare realtà.