GPT-5: Il Tentativo di OpenAI di Rendere l'IA Più 'Umana'L'intelligenza artificiale sta evolvendo a ritmi vertiginosi, e con essa, le aspettative degli utenti. Dopo un lancio di GPT-5 che, a detta dello stesso Sam Altman, CEO di OpenAI, è stato "un po' più turbolento del previsto", l'azienda corre ai ripari. L'obiettivo? Rendere il suo modello di punta "più caldo e amichevole". Una mossa che fa riflettere su come la percezione dell'IA stia diventando cruciale quanto le sue capacità tecniche.Molti utenti, infatti, avevano espresso una preferenza per il modello precedente, GPT-4o, trovando GPT-5 forse troppo diretto o, per usare un termine tecnico, "sintetico". OpenAI ha colto il segnale e ha annunciato un aggiornamento che, pur essendo "sottile", dovrebbe rendere GPT-5 "più accessibile".Dettagli dell'Aggiornamento: La Ricerca della 'Calda Umanità'Cosa significa, in pratica, rendere un'intelligenza artificiale "più calda e amichevole"? OpenAI lo spiega attraverso i suoi canali social: "Noterete piccoli, genuini tocchi come 'Buona domanda' o 'Ottimo inizio', non adulazione". Questo è un aspetto interessante, perché l'azienda si affretta a specificare che non si tratta di un aumento della "sicofanzia" (ovvero l'adulazione eccessiva) rispetto alla precedente personalità di GPT-5. L'obiettivo è un'interazione più naturale, meno meccanica, che possa far sentire l'utente compreso e incoraggiato.Durante una recente cena con i giornalisti, i dirigenti di OpenAI hanno cercato di spostare l'attenzione sui piani futuri oltre GPT-5. Tuttavia, come riportato da TechCrunch AI, il lancio non proprio idilliaco di GPT-5 è stato "l'elefante nella stanza". Nick Turley, VP di OpenAI, ha ammesso che GPT-5 era "molto diretto", ma ha assicurato che il nuovo aggiornamento lo renderà più "caldo". Questo dimostra una chiara direzione strategica: l'IA non deve solo essere competente, ma anche piacevole da usare.L'IA e l'Empatia: Una Nuova Frontiera?Questo aggiornamento di GPT-5 solleva una questione fondamentale: quanto è importante l'"empatia" o, almeno, la percezione di essa, nell'interazione con l'intelligenza artificiale? In un mondo dove l'IA si integra sempre più nella nostra quotidianità, dalla ricerca online all'assistenza clienti, la capacità di un'interfaccia di comunicare in modo più umano può fare la differenza tra un'esperienza frustrante e una gratificante. Non si tratta di far credere che l'IA provi emozioni, ma di programmarla per rispondere in modi che rispecchino schemi di comunicazione umani, rendendo l'interazione più fluida e naturale.Questo è un passo significativo, perché sposta il focus dalle sole capacità computazionali a quelle relazionali. Un'IA che risponde con un "Buona domanda" non è solo più educata, ma suggerisce anche un riconoscimento dell'interlocutore, un'attenzione che va oltre la semplice elaborazione di un input. È un segnale che il futuro dell'IA non sarà solo una corsa alla potenza di calcolo, ma anche una ricerca di maggiore integrazione e accettazione sociale, passante per un'interazione che sia, per quanto possibile, autentica e rassicurante.In fondo, l'obiettivo non è solo creare un'IA più "intelligente", ma anche un'IA con cui sia più piacevole e produttivo interagire. E se questo significa un GPT-5 più "caldo e amichevole", ben venga.