Finalmente il controllo: Google ti fa scegliere le tue fonti preferite!Immaginate di poter dire a Google quali siti web preferite per le vostre notizie. Sembra un sogno, vero? Ebbene, quel sogno sta per diventare realtà, almeno per gli utenti negli Stati Uniti e in India. Google ha annunciato il lancio di una nuova funzionalità chiamata “Preferred Sources” (Fonti Preferite), che promette di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con le notizie online.Questa novità, riportata da TechCrunch AI il 12 agosto 2025, consentirà agli utenti di selezionare i propri siti di notizie e blog preferiti. L'obiettivo? Vedere più contenuti da quelle fonti nella sezione 'Top Stories' dei risultati di ricerca di Google. Un passo significativo verso una maggiore personalizzazione e, forse, un maggiore controllo su ciò che leggiamo.Come funziona 'Preferred Sources'?Il meccanismo è sorprendentemente semplice. Quando cercherete un argomento specifico, noterete una piccola icona a forma di 'stella' accanto alla sezione 'Top Stories'. Toccando questa icona, potrete iniziare ad aggiungere le vostre fonti preferite, semplicemente cercandole. Una volta selezionate, basterà aggiornare i risultati per vedere un'abbondanza di contenuti provenienti proprio da quei siti che apprezzate di più.Google ha anche specificato che, per alcune ricerche, apparirà una sezione separata intitolata 'Dalle tue fonti', posizionata appena sotto la sezione 'Top Stories'. Questo significa che avremo un accesso ancora più immediato ai contenuti che ci interessano, filtrati in base alle nostre preferenze. È un'evoluzione interessante che mira a rendere l'esperienza di ricerca più rilevante per l'utente, tagliando via il rumore di fondo indesiderato.Il rovescio della medaglia: la 'bolla' ideologicaSe da un lato questa funzionalità offre un controllo senza precedenti, dall'altro solleva un interrogativo importante: rischiamo di rimanere intrappolati in una 'bolla' ideologica? Google stessa ha riconosciuto che, pur consentendo agli utenti di ottenere informazioni da fonti che gradiscono, ciò potrebbe anche confinarli in una visione ristretta, non esponendoli a punti di vista diversi su un determinato argomento. È un rischio concreto. Selezionare solo le fonti che confermano le nostre convinzioni potrebbe portarci a perdere la ricchezza del dibattito e la complessità delle diverse prospettive.La funzionalità 'Preferred Sources' non è del tutto nuova. Ha debuttato come caratteristica sperimentale all'interno di 'Search Labs', dove gli utenti dovevano attivarla manualmente. Durante questa fase di test, più della metà degli utenti ha scelto quattro o più fonti, segno che c'è una chiara domanda di maggiore personalizzazione. Ora, la funzione è accessibile a tutti gli utenti che effettuano ricerche in inglese negli Stati Uniti e in India. Resta da vedere quando e se arriverà anche in altre lingue e regioni.Un futuro personalizzato (ma attenti alla polarizzazione)Questo passo di Google riflette una tendenza più ampia nel mondo digitale: la personalizzazione estrema. Ogni piattaforma, dall'e-commerce ai social media, cerca di adattarsi sempre di più ai gusti individuali. Nel contesto delle notizie, ciò può essere un'arma a doppio taglio. Da un lato, ci risparmia tempo prezioso, filtrando contenuti irrilevanti. Dall'altro, può inavvertitamente fomentare la polarizzazione, riducendo la nostra esposizione a idee e opinioni divergenti.Come utenti, la responsabilità di bilanciare personalizzazione e diversità di informazione ricade su di noi. La libertà di scegliere le proprie fonti è un potere, ma anche un invito a esercitare il pensiero critico e a cercare attivamente punti di vista differenti, anche al di fuori delle nostre 'bolle' preferite. Solo così potremo sfruttare appieno i vantaggi di funzionalità come 'Preferred Sources' senza cadere nella trappola di un'informazione troppo omogenea.