Codice dietro le Sbarre: La Storia di Preston Thorpe
Nel dinamico mondo della tecnologia, emerge una storia che ridefinisce il concetto di 'lavoro da remoto'. Preston Thorpe, ingegnere software senior per Turso, lavora da una cella del sistema carcerario statale del Maine, dove sta scontando l'undicesimo anno di detenzione.
Codice Dietro le Sbarre: Preston Thorpe, l'Ingegnere Software dal Carcere
Nel dinamico e spesso scintillante mondo della tecnologia, dominato da startup miliardarie e campus avveniristici, emerge una storia che ridefinisce completamente il concetto di 'lavoro da remoto'. Non si tratta di un'azienda all'avanguardia con un'organizzazione flessibile, ma della straordinaria vicenda di Preston Thorpe, un ingegnere software senior per Turso, una startup di San Francisco. La sua postazione di lavoro, incredibilmente, non è un open space con vista sulla baia, ma una cella del sistema carcerario statale del Maine, dove sta scontando l'undicesimo anno di detenzione.
La storia di Thorpe non è un semplice aneddoto, ma il fulcro di un programma sperimentale che sta facendo discutere e riflettere. Permettere a persone incarcerate di lavorare da remoto per aziende tecnologiche non è solo una possibilità, ma una realtà. Thorpe non è un semplice esecutore di compiti; è un ingegnere a tutti gli effetti, che contribuisce attivamente allo sviluppo di software complessi, partecipa a riunioni e collabora con un team distribuito in tutto il mondo. Questo programma innovativo, che si svolge nel sistema carcerario del Maine, mette in luce un potenziale inutilizzato all'interno delle prigioni e sfida le percezioni tradizionali sulla forza lavoro.
Dal Bivio alla Riscoperta: La Trasformazione di Thorpe
La vita di Preston Thorpe è stata segnata da scelte difficili fin dall'adolescenza. Cacciato di casa, si è ritrovato a vendere droghe acquistate dal dark web, finendo in prigione a soli 20 anni. Dopo un primo rilascio e un successivo arresto 14 mesi dopo a causa della mancanza di sostegno e opportunità, Thorpe aveva perso ogni speranza. "Ero un completo idiota", ha raccontato Thorpe a TechCrunch durante una videochiamata dal carcere. "Avevo rinunciato alla mia vita, l'avevo completamente cancellata e avevo semplicemente accettato che questa fosse la mia vita e non avevo alcuna speranza".
Il punto di svolta è arrivato con il suo trasferimento dal New Hampshire al Mountain View Correctional Facility nel Maine, poco prima della pandemia. Il COVID-19, pur con tutte le sue restrizioni, ha offerto a Thorpe un'opportunità inaspettata di isolamento e introspezione. "Quando sono arrivato nel Maine, era completamente diverso", ha ricordato. "Il COVID è arrivato subito dopo che sono venuto qui, e mi ha dato una possibilità; non c'era nessuno in giro per cui sentivo di dover agire o dimostrare qualcosa. Ero solo io. Ho sentito che forse non era finita; forse avrei potuto avere una vita normale. Ho avuto questa specie di epifania: 'Farò qualcosa di me stesso'".
È in questo contesto che Thorpe ha conseguito la sua laurea a distanza presso l'Università del Maine ad Augusta. Contemporaneamente, il Colby College cercava di assumere uno dei suoi studenti laureati, anch'egli detenuto, come professore aggiunto. Un'idea non convenzionale, ma che il Commissario del Dipartimento di Correzione del Maine, Randall Liberty, ha deciso di sostenere. "Dopo averci pensato, ho permesso che accadesse, e col tempo, è stato un grande successo", ha dichiarato il Commissario Liberty a TechCrunch. Questo approccio ha aperto la strada a nuove opportunità.
Il Programma del Maine: Un Modello di Riabilitazione
Oggi, circa 30 detenuti, incluso Thorpe, sono impiegati mentre vivono nell'Earned Living Unit, una struttura carceraria meno restrittiva destinata ai detenuti che hanno dimostrato una lunga e consolidata condotta. Tutti i detenuti con lavori da remoto cedono il 10% del loro stipendio allo stato, oltre a eventuali altri pagamenti richiesti per risarcimenti, spese legali o mantenimento dei figli. "Il Maine è stato un vero pioniere in questo campo", ha affermato Haley Shoaf, co-direttrice esecutiva di Unlocked Labs, dove Thorpe ha lavorato prima di Turso. Unlocked Labs assume ingegneri detenuti ed ex detenuti per creare software educativo da utilizzare nelle prigioni.
Il Commissario Liberty, con 43 anni di esperienza nelle forze dell'ordine, ha visto la sua prospettiva sulla riabilitazione cambiare radicalmente dopo aver prestato servizio in Iraq. "Quando sono tornato, ho acquisito una maggiore comprensione del disturbo da stress post-traumatico e del trauma, e tutto ciò influisce sulla correzione", ha spiegato il Commissario Liberty. "Ho iniziato a vedere gli effetti dannosi del trauma stesso dell'incarcerazione, della segregazione". Sotto la sua guida, le prigioni del Maine hanno implementato programmi che affrontano le cause profonde della criminalità: disturbi da uso di sostanze, problemi di salute mentale non trattati, deficit educativi e simili.
I risultati sono tangibili. Il sistema di giustizia penale degli Stati Uniti è afflitto dalla recidiva, ma il Maine si distingue. "Molti stati hanno tassi di ritorno in custodia del 60%. Nel Maine, oscilliamo tra il 21% e il 23% per i maschi; le donne tornano a un tasso del 9%. E se frequenti corsi universitari nel Maine, torni a un tasso dello 0,05% – non torni affatto", ha sottolineato il Commissario Liberty. Inoltre, le prigioni del Maine sotto la sua supervisione sono diventate meno violente, con un drastico calo delle aggressioni al personale carcerario. "Quando tratti le persone come persone, diventano la migliore versione di se stesse", ha commentato Shoaf.
Un Futuro da Costruire, un Codice alla Volta
Preston Thorpe è la prova vivente del successo di questi programmi. Si assume la piena responsabilità del suo passato criminale, ma si sente un uomo trasformato. "È come svegliarsi da un sogno, io di cinque anni fa", ha detto Thorpe. "Tutti i ricordi che ho delle strade e del perché sono finito in prigione, non sembra nemmeno che mi siano accaduti. Sembra che siano accaduti a qualcun altro". Negli ultimi tre anni, Thorpe ha dedicato la maggior parte delle sue ore di veglia all'apprendimento della programmazione. "Lo faceva in parte perché gli piace, ma anche perché vi vedeva un'opportunità per essere visto. E aveva ragione", ha affermato Glauber Costa, CEO di Turso.
Nella comunità open source, dove i profili Discord o GitHub spesso non rivelano la persona dietro lo schermo, Thorpe è stato trattato come qualsiasi altro collaboratore. È stata la prima volta in oltre un decennio che ha potuto fare una prima impressione autentica, come se stesso – un ingegnere ossessionato da Linux e interessato ai database relazionali – e non come un criminale. "La parte peggiore della prigione è che assumi questa identità [di criminale]", ha riflettuto Thorpe. "Lasciare che qualcuno abbia una carriera ti dà uno scopo".
La storia di Preston Thorpe è molto più di un semplice caso di successo individuale. È un potente esempio di come le competenze digitali, sempre più legate al mondo dell'intelligenza artificiale, possano abbattere barriere fisiche e pregiudizi, offrendo una seconda possibilità e dimostrando che il talento può fiorire ovunque, anche nei luoghi più impensabili. Questo caso studio apre un dibattito profondo e necessario: la tecnologia può offrire una via concreta per la riabilitazione e il reinserimento sociale? Le sfide logistiche, di sicurezza e culturali sono notevoli, ma la vicenda del Maine suggerisce che i benefici, sia per gli individui che per la società, superano di gran lunga gli ostacoli. Un futuro più inclusivo e produttivo potrebbe essere scritto, un codice alla volta, anche dietro le sbarre.