Una legge controversa, una decisione drastica Un terremoto scuote il mondo dei social network decentralizzati. Bluesky, una delle alternative più promettenti a X (ex Twitter), ha annunciato di aver bloccato l'accesso al suo servizio nell'intero stato del Mississippi. Una mossa drastica, quasi senza precedenti, che non nasce da un capriccio ma da una legge statale, la HB 1126, che impone una rigida verifica dell'età per tutti gli utenti di piattaforme social. La decisione, come spiegato dalla stessa azienda, è stata sofferta. In un post sul loro blog, il team di Bluesky ha ammesso di non avere le risorse per implementare i complessi e costosi sistemi di verifica richiesti, sollevando anche serie preoccupazioni sulla privacy degli utenti. Di fronte al rischio di multe salatissime, fino a 10.000 dollari per utente non verificato, la piccola società ha preferito alzare un muro digitale. La notizia, riportata da TechCrunch, ha immediatamente innescato una reazione a catena. Mentre gli utenti del Mississippi si affannavano a cercare soluzioni alternative come le VPN, il dibattito si è spostato su una domanda fondamentale: a cosa serve la decentralizzazione se poi basta una legge statale per spegnere tutto? Scontro tra titani: Mastodon contro Bluesky La provocazione non si è fatta attendere. Eugen Rochko, fondatore di Mastodon, il principale rivale di Bluesky nel panorama decentralizzato, ha colto la palla al balzo. "Ed è per questo che la vera decentralizzazione è importante", ha scritto su Mastodon. "Nessuno può decidere per il fediverso di bloccare il Mississippi". Una frecciata diretta, che suggerisce un'architettura, quella di Mastodon, intrinsecamente più resiliente alla censura e al controllo statale. Ma la realtà è più complessa. La risposta è arrivata da Mike Masnick, membro del consiglio di amministrazione di Bluesky, che ha definito l'affermazione di Rochko "potenzialmente fuorviante". Masnick ha posto una domanda scomoda: i grandi server di Mastodon, gestiti dallo stesso Rochko, sarebbero disposti a pagare le multe previste dalla legge? La formulazione della HB 1126 è così ampia da poter colpire non solo la piattaforma nel suo insieme, ma anche i singoli server, o "istanze", che compongono il network di Mastodon. Questo botta e risposta rivela una verità cruciale. Non esiste un solo tipo di decentralizzazione. Mastodon si basa su un modello federato: migliaia di server indipendenti che comunicano tra loro. Bluesky, invece, usa un protocollo (AT Protocol) che punta più sulla portabilità dell'account e sulla moderazione personalizzabile. Al momento, però, la maggior parte dell'infrastruttura di Bluesky è ancora gestita dall'azienda centrale, rendendola un bersaglio più facile. La resilienza degli utenti e il paradosso della regolamentazione Mentre i giganti litigano, gli utenti non restano a guardare. La comunità ha dimostrato una creatività sorprendente. Sono spuntate versioni modificate dell'app di Bluesky, client di terze parti come Graysky e Skeets che aggirano il blocco, e persino comunità indipendenti come Blacksky, che gestisce la propria infrastruttura e ha già annunciato che non bloccherà nessuno. Questo fermento dimostra la forza di un ecosistema aperto, ma non risolve il problema di fondo. La legge del Mississippi, e altre simili che stanno emergendo in stati come Arizona e Virginia, crea un paradosso. Nate con l'intento di regolare i colossi come Meta e Google, finiscono per danneggiare proprio i piccoli innovatori. Le grandi aziende hanno le risorse legali e tecniche per adeguarsi a qualsiasi normativa, per quanto stringente. Le startup e i progetti decentralizzati, invece, si trovano di fronte a una scelta impossibile: investire risorse preziose per la conformità legale, rischiando la bancarotta, oppure ritirarsi dal mercato. Il risultato? Un internet meno libero, meno vario e, paradossalmente, ancora più dominato dai soliti noti. La battaglia per un web decentralizzato non si combatte solo a colpi di codice, ma anche nelle aule dei tribunali e nei palazzi del potere. E la vicenda del Mississippi è solo il primo, preoccupante, capitolo.