Fabbriche silenziose e ordini bloccati: il gigante della birra Asahi è sotto attacco. Un attacco informatico ha messo in ginocchio uno dei più grandi produttori di birra al mondo. Asahi Group Holdings, la casa madre della celebre birra giapponese e di molti altri marchi, ha dovuto interrompere la produzione nei suoi stabilimenti in Giappone a seguito di una grave intrusione nei suoi sistemi. La notizia, inizialmente comunicata dall'azienda come un vago "guasto di sistema", si è rivelata essere un cyberattacco in piena regola che ha paralizzato le operazioni. L'impatto è stato immediato e devastante: non solo la produzione è ferma, ma sono state sospese anche le attività di ricezione ordini e le spedizioni. Persino i call center sono stati costretti a chiudere, lasciando clienti e partner commerciali in un limbo di incertezza. Un'intera nazione con il fiato sospeso L'entità del danno è ancora in fase di valutazione. Secondo un portavoce dell'azienda citato da Reuters, non è ancora chiaro quando la produzione potrà riprendere. Peggio ancora, la dirigenza sta ancora cercando di capire se tutte le 30 fabbriche sparse per il Giappone siano state colpite. L'incertezza regna sovrana e ogni ora che passa aumenta i danni economici e di immagine. In un comunicato ufficiale, Asahi ha cercato di rassicurare il pubblico, affermando che "al momento, non è stata confermata alcuna fuga di informazioni personali o dati dei clienti verso l'esterno". Una magra consolazione, mentre i macchinari che producono una delle birre più amate del pianeta restano spenti a tempo indeterminato. È ransomware? Silenzio assoluto dall'azienda Le domande più importanti, però, rimangono senza risposta. Si tratta di un attacco ransomware? Gli hacker hanno richiesto un riscatto per sbloccare i sistemi? Sono stati rubati dati sensibili, nonostante le rassicurazioni iniziali? Su questi punti cruciali, l'azienda mantiene il più stretto riserbo. Come riportato dalla testata TechCrunch AI, le richieste di chiarimenti sono cadute nel vuoto. Questo silenzio è tipico delle prime fasi di una crisi informatica, ma alimenta la speculazione. Gli attacchi ransomware contro il settore manifatturiero sono in costante aumento. I criminali sanno che bloccare la "catena di montaggio" fisica è il modo più efficace per mettere pressione su un'azienda e costringerla a pagare. Non solo computer: il bersaglio è il cuore della produzione Un attacco a un'azienda come Asahi non riguarda solo i computer degli uffici. Il vero bersaglio è la cosiddetta Tecnologia Operativa (OT), ovvero l'insieme di hardware e software che controlla i processi industriali. Immaginate i sensori che monitorano la temperatura dei tini di fermentazione, i sistemi automatizzati che gestiscono l'imbottigliamento o i robot che pallettizzano i prodotti finiti. Se questi vengono bloccati, l'intera fabbrica diventa un museo di macchinari inutili. Questo incidente dimostra quanto sia diventata fragile la linea di demarcazione tra mondo digitale e mondo fisico. Un prodotto antico e tradizionale come la birra oggi dipende interamente da una complessa infrastruttura tecnologica. E questa infrastruttura, come abbiamo visto, è un bersaglio estremamente appetibile. L'attacco ad Asahi non è solo una notizia per gli appassionati di birra o per gli analisti finanziari. È un campanello d'allarme per l'intero settore manifatturiero globale. La domanda ora non è solo quando Asahi riprenderà a produrre, ma quante altre aziende, forse meno preparate, saranno le prossime vittime.