Apple e AI: la strategia del ritardo intelligente
Mentre Google, Microsoft e OpenAI lanciano funzionalità AI a ritmo serrato, Apple prende una strada opposta. Il suo pacchetto 'Apple Intelligence', presentato al WWDC, arriverà per la maggior parte degli utenti non prima del 2026.
Mentre Google, Microsoft e OpenAI lanciano funzionalità AI a ritmo serrato, Apple prende una strada opposta. Il suo pacchetto 'Apple Intelligence', presentato al WWDC, arriverà per la maggior parte degli utenti non prima del 2026. Un ritardo significativo in un settore che corre. Ma potrebbe rivelarsi una mossa calcolata.
La scelta di Cupertino appare in controtendenza. I beta tester statunitensi avranno un assaggio delle nuove funzioni per Siri e gli strumenti di scrittura, mentre il resto del mondo aspetterà fino al 2025-2026. Secondo indiscrezioni, molti utenti vedranno queste feature solo con iOS 18.4 o versioni successive.
Qualità prima di velocità
Apple ha una storia di attenzione maniacale ai dettagli. Ricorda quando rilasciava prodotti come l'Apple Watch anni dopo i primi tentativi dei competitor? Stesso approccio qui. Preferisce ritardare piuttosto che lanciare strumenti acerbi.
Gli esempi di AI frettolose non mancano. Copilot di Microsoft a volte inventa citazioni, Gemini di Google può dare risposte inconsistenti e persino ChatGPT mostra problemi di allucinazioni. Sviluppatori raccontano come correggere codice generato da AI spesso richieda più tempo che scriverlo da zero.
Il metodo Apple: osservare e imparare
TechRadar sostiene che Apple potrebbe aver ragione a temporeggiare. Mentre altri bruciano risorse in prodotti imperfetti, Apple studia gli errori altrui. Osserva problemi di sicurezza, promesse non mantenute e aspettative gonfiate.
Se l'attuale bolla AI scoppiasse, Apple resterebbe in posizione sicura. Se invece la tecnologia maturerà, potrà implementare soluzioni già collaudate. Un win-win strategico per un'azienda che non deve dimostrare nulla a Wall Street.
Perché la pazienza potrebbe premiare
Il ritardo non significa disinteresse. Durante il keynote, Tim Cook ha espresso entusiasmo per il potenziale dell'AI. Ma l'approccio è diverso: niente hype eccessivo, nessuna promessa di sostituire assistenti umani. Solo sviluppo silenzioso.
Questa cautela ha precedenti di successo. Nel mercato tablet, Apple arrivò dopo ma definì gli standard. Con gli smartwatch, aspettò che i competitor esaurissero gli errori prima di lanciare un prodotto completo.
Oggi molti utenti sono stanchi di AI che promette meraviglie e delude. Se Apple riuscisse a offrire strumenti realmente affidabili nel 2026, il ritardo sarebbe dimenticato in un istante. La sfida? Non aspettare troppo a lungo se il mercato dovesse maturare prima del previsto.
In un'industria ossessionata dalla velocità, il coraggio di Apple potrebbe essere proprio questo: saper dire 'non ancora'.