AI, Trump lancia il piano USA: crescita prima delle regole

La Casa Bianca cambia rotta sull'intelligenza artificiale. Con un attesissimo 'AI Action Plan', l'amministrazione Trump mette da parte la cautela e punta tutto sull'accelerazione.

Una svolta radicale per l'AI americana

La Casa Bianca cambia rotta sull'intelligenza artificiale. Con un attesissimo 'AI Action Plan', l'amministrazione Trump mette da parte la cautela e punta tutto sull'accelerazione. Il documento di 28 pagine, presentato mercoledì a Washington, è una dichiarazione d'intenti chiarissima: per 'vincere la gara dell'AI', soprattutto contro la Cina, bisogna correre. E per correre, bisogna eliminare gli ostacoli.

L'approccio è riassunto in una filosofia 'try-first', una cultura del 'provare prima di tutto'. L'obiettivo è spingere un'adozione aggressiva dell'intelligenza artificiale in ogni settore, da quello industriale fino alle forze armate. Come riporta The Verge AI, il piano delinea una visione in cui la supremazia tecnologica e la crescita economica diventano le priorità assolute, anche a costo di rimettere in discussione le tutele discusse finora.

Meno regole, più fondi: la stretta sugli stati

La mossa più dirompente del piano è senza dubbio quella normativa. L'amministrazione intende scoraggiare attivamente le leggi statali sull'intelligenza artificiale considerate troppo restrittive. Come? Minacciando di negare i fondi federali per l'innovazione a quegli stati le cui regolamentazioni sono giudicate 'onerose'.

In pratica, si tratta di una moratoria mascherata. Se uno stato come la California, ad esempio, volesse imporre regole severe sulla trasparenza degli algoritmi, potrebbe vedersi tagliare i finanziamenti federali destinati proprio allo sviluppo dell'AI. È una strategia pensata per creare un tappeto rosso per le aziende tech, ma che solleva interrogativi enormi sulla protezione dei diritti dei cittadini e sulla frammentazione normativa del paese.

Un'AI 'libera da ideologie'

Il piano non si ferma alla burocrazia, ma entra a gamba tesa anche sull'aspetto ideologico. Verranno eliminati dalle linee guida federali sulla gestione del rischio AI tutti i riferimenti a concetti come 'disinformazione, Diversity, Equity, and Inclusion (DEI) e cambiamento climatico'. Una vera e propria epurazione terminologica.

Inoltre, si impone che i modelli di linguaggio utilizzati dal governo federale siano 'oggettivi e liberi da bias ideologici'. Sebbene l'obiettivo di un'AI imparziale sia condivisibile, la definizione di 'oggettività' secondo i canoni dell'amministrazione resta vaga e si presta a interpretazioni politiche. L'intento, come sottolineato da diverse testate, è quello di allineare lo sviluppo tecnologico a una precisa visione del mondo.

La corsa all'infrastruttura

Per sostenere questa crescita sfrenata, servono muscoli. Il piano prevede infatti di accelerare massicciamente la costruzione di data center e impianti per la produzione di semiconduttori, tagliando la burocrazia che ne rallenta la realizzazione. Si parla anche di potenziare la rete elettrica nazionale per supportare l'enorme fabbisogno energetico di queste nuove industrie.

È una strategia che guarda alla Cina non solo come un rivale software, ma anche hardware. L'obiettivo è chiaro: costruire un'intera filiera dell'AI 'Made in USA', dai chip che la alimentano fino agli algoritmi che la governano. Una visione che, nelle parole dei suoi promotori, mira a garantire agli Stati Uniti una 'leadership globale indiscussa e incontrastata'. Una scommessa ad altissimo rischio, dove il confine tra crescita e azzardo si fa incredibilmente sottile.