Un nemico invisibile nelle risaie del mondo Le risaie, con i loro paesaggi suggestivi e la loro importanza vitale per l'alimentazione di miliardi di persone, nascondono un segreto preoccupante. Quando vengono allagate, creano un ambiente privo di ossigeno perfetto per i microbi che producono metano, un gas serra con un potere climalterante 82 volte superiore a quello dell'anidride carbonica su un periodo di 20 anni. Si stima che la coltivazione del riso sia responsabile di circa il 10-12% delle emissioni globali di metano causate dall'uomo. Un problema enorme, che una startup di New York sta affrontando con un'arma inaspettata: l'intelligenza artificiale. Si chiama Mitti Labs e la sua missione è tanto ambiziosa quanto concreta: insegnare a centinaia di migliaia di agricoltori pratiche agricole più sostenibili e misurarne l'impatto reale. Non è un'impresa facile, specialmente in un settore dove i piccoli proprietari terrieri, spesso sull'orlo della sopravvivenza economica, dominano il paesaggio, come in India. L'occhio dell'AI che guarda dal cielo Come si fa a monitorare migliaia di piccoli appezzamenti, spesso grandi appena un ettaro, senza costi proibitivi? La risposta di Mitti Labs sta nei dati. La startup utilizza una combinazione di immagini satellitari e, soprattutto, dati radar. A differenza delle normali foto, il radar può "vedere" attraverso le nuvole, la vegetazione e persino penetrare l'acqua e il primo strato di suolo. Questo permette di capire cosa sta succedendo proprio lì, dove i microbi del metano fanno il loro lavoro. Questi dati vengono poi analizzati da modelli di intelligenza artificiale, addestrati con i risultati di approfonditi studi sul campo. In questo modo, Mitti può stimare con precisione la quantità di metano rilasciata da ogni singola risaia durante la stagione di crescita, il tutto da remoto. Un approccio che abbatte drasticamente i costi di verifica e rende il progetto scalabile. Non solo tecnologia, ma partnership umane La tecnologia, da sola, non basta. Il vero punto di svolta nel modello di Mitti è la collaborazione. La startup ha stretto accordi strategici, come quello recente con The Nature Conservancy, per raggiungere gli agricoltori sul territorio. Non sono tecnici di New York a spiegare le nuove pratiche, ma operatori locali, spesso provenienti dagli stessi villaggi. "La maggior parte delle operazioni sul campo è gestita da persone del posto", ha spiegato il co-fondatore Xavier Laguarta a TechCrunch. Questo approccio crea fiducia e facilita l'adozione di tecniche come l'agricoltura rigenerativa e senza bruciature, che riducono le emissioni. Il ruolo dell'AI di Mitti è quello di misurare, rendicontare e verificare (MRV) i risultati ottenuti, trasformando la riduzione delle emissioni in qualcosa di tangibile: i crediti di carbonio. Un guadagno per il pianeta e per il portafoglio Qui il cerchio si chiude. I crediti di carbonio generati e certificati dal software di Mitti vengono venduti sul mercato. La startup trattiene una percentuale per sostenere il suo modello, ma la maggior parte dei proventi va direttamente agli agricoltori e alle loro comunità. Secondo Laguarta, questo si traduce in un aumento medio del 15% del reddito netto per gli agricoltori che aderiscono al programma. Per un piccolo contadino che lotta ogni anno per la redditività, questo non è un dettaglio, ma un cambiamento significativo che può fare la differenza tra abbandonare i campi e continuare a produrre cibo in modo più sostenibile. È la dimostrazione che la lotta al cambiamento climatico non deve essere per forza un costo, ma può diventare un'opportunità economica. Guardando al futuro, Mitti Labs non si vuole fermare ai propri progetti. L'obiettivo è offrire la sua piattaforma di misurazione come una soluzione software (SaaS) a chiunque lavori con i coltivatori di riso, dalle grandi aziende alle altre ONG. Un modello che mostra come l'intelligenza artificiale, se applicata con intelligenza umana e sensibilità sociale, possa davvero contribuire a risolvere alcune delle sfide più complesse del nostro tempo.