Una valanga di denaro sull'Intelligenza Artificiale L'intelligenza artificiale non è più una promessa lontana, è un'onda anomala di investimenti che sta per travolgere l'economia globale. E i numeri sono diventati così grandi da sembrare quasi surreali. La banca d'affari Citigroup ha appena rivisto al rialzo le sue stime, prevedendo una spesa complessiva nel settore di ben 2,8 trilioni di dollari entro il 2029. Un numero che fa girare la testa. Per mettere le cose in prospettiva, stiamo parlando di una cifra superiore al Prodotto Interno Lordo di paesi come l'Italia o il Canada. Non si tratta di un piccolo aggiustamento, ma di un vero e proprio cambio di paradigma. Solo pochi mesi fa, la stessa Citigroup aveva fissato l'asticella a 2,3 trilioni. Cosa ha spinto un colosso finanziario a correggere così drasticamente le sue previsioni? La risposta è semplice: la realtà sta superando la fantasia. Chi sta aprendo i cordoni della borsa? A guidare questa corsa all'oro digitale sono i cosiddetti "hyperscaler", i giganti della tecnologia come Amazon, Microsoft e Google. Stanno investendo cifre colossali per costruire e potenziare le infrastrutture necessarie a far funzionare i modelli di AI più avanzati. Secondo il nuovo report di Citigroup, solo questi attori spenderanno circa 490 miliardi di dollari entro la fine del 2026. Ma non sono i soli. La vera accelerazione arriva dalla crescente adozione dell'AI da parte delle aziende di ogni dimensione e settore. Dalla manifattura alla sanità, dalla finanza al retail, le imprese hanno capito che integrare l'intelligenza artificiale non è più un'opzione, ma una necessità per rimanere competitive. Questo crea un circolo virtuoso: più aziende usano l'AI, più dati vengono generati, più potenti diventano i modelli e più investimenti sono necessari per sostenerli. Il costo nascosto: la fame di energia C'è un aspetto di questa rivoluzione che spesso viene trascurato: l'enorme fabbisogno energetico. Allenare e far funzionare questi complessi algoritmi richiede una potenza di calcolo spaventosa, che a sua volta consuma quantità enormi di elettricità. È un costo fisico, tangibile, che si aggiunge a quello puramente finanziario. Citigroup stima che, per soddisfare la domanda di calcolo generata dall'AI, saranno necessari 55 gigawatt di nuova capacità energetica entro il 2030. Per dare un'idea, 55 gigawatt sono sufficienti ad alimentare decine di milioni di abitazioni. È come dover costruire da zero l'intera rete elettrica di una nazione di medie dimensioni solo per sostenere l'intelligenza artificiale. Questo pone interrogativi seri sulla sostenibilità ambientale e sulla capacità delle nostre infrastrutture di reggere l'impatto. Siamo sull'orlo di una bolla finanziaria? Quando si vedono cifre così imponenti, la domanda sorge spontanea: è tutto sostenibile o stiamo assistendo alla nascita di una nuova bolla speculativa, simile a quella delle dot-com di inizio millennio? Il timore, condiviso da alcuni analisti e persino da figure di spicco come Sam Altman di OpenAI, è che un flusso così massiccio di capitale, basato più sulle aspettative che sui profitti reali, possa arrestarsi di colpo. Se gli investitori dovessero perdere fiducia e chiudere i rubinetti, l'intero castello potrebbe crollare, con conseguenze disastrose per l'economia. D'altra parte, molti a Wall Street ribattono che questa volta è diverso. L'AI, a differenza di molte startup della bolla dot-com, sta già generando valore tangibile, ottimizzando processi e creando nuovi mercati. Non si tratta solo di "sensazioni", ma di un cambiamento tecnologico con applicazioni pratiche immediate. La verità, probabilmente, sta nel mezzo. Ci saranno senza dubbio eccessi e fallimenti, ma la trasformazione innescata dall'intelligenza artificiale è reale e profonda. Questi 2,8 trilioni non sono solo un numero su un report finanziario; rappresentano il carburante per una rivoluzione che sta già cambiando il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere. Che si tratti di una bolla o di una solida crescita, una cosa è certa: siamo solo all'inizio e le turbolenze non mancheranno.